Autostima e Identità
L’autostima si dice anche “fiducia di sé” ed è un parametro molto importante per misurare il grado di “solidità personologica” di un individuo umano.
Oggi va molto di moda chiedersi ed analizzare il livello di autostima delle persone, cercando di capire se sia “equilibrata”, oppure scarsa, o, al contrario, espansa.
L’identità è concettualmente l’esplicitazione del “ciò-che-si-è” (immagine di sé) soggettivo da un punto di vista morale, etnico, antropologico, linguistico e, in generale, culturale.
Ci si può chiedere se, come e quanto le due dimensioni si influenzino reciprocamente.
Forse si è in presenza di una circolarità della e nella quale possono avere parte anche altri elementi: condizioni economico-sociali, situazioni familiari, esperienze scolastiche, livello culturale, visione etico-filosofica, religiosità, etc..
Si può dire che una forte identificazione presuppone un’autostima equilibrata, ma anche che quest’ultima può agevolare una forte identificazione.
Gli esseri umani che sono dei “fragili/forti” per natura, hanno bisogno sia di identificarsi con un insieme articolato di modi d’essere, sia di credere che questo insieme sia valido, anche sotto il profilo di una certa approvazione degli altri.
In questo senso “identità” e “autostima” si richiamano e rinviano costantemente l’una all’altra e viceversa.
Dopo le elezioni ultime ci si può chiedere come si sentano i non eletti: probabilmente, coloro che non sono riusciti a coordinare, armonizzare, mettere in un circolo virtuoso le due dimensioni, ma magari solo una qualche autostima, piuttosto male.
Altri, che invece abbiano maturato nel tempo una chiara visione della propria identità, e quindi del proprio “valore” (in qualche modo oggettivo) di persone, molto meglio.
Per quanto concerne gli eletti, gli auguro di non sentirsi dei “messia”, cioè degli unti, dei pre-destinati, ma di mantenere sobrio e pudico il senso di sé, quia transit gloria mundi.Post correlati
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