Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il Simbolo del Crocifisso, cenni su un’idiozia europea

Non fa una grinza la sentenza della Corte europea di Strasburgo, perché segue coerentemente la volontà di non riconoscere nel preambolo della Costituzione europea le radici greco latine e giudaico-cristiane della cultura e della civiltà europea stessa.

Si tratta della conseguenza logica di un’idiozia: data un’idiozia come premessa di base, il ragionamento non può che concludersi allo stesso modo, come insegnano gli entimemi aristotelici: se chi è razionale è libero, l’uomo (che è razionale) è libero. Analogamente, se l’Europa si fonda solo sul pensiero di Voltaire e Montesquieu (che come è noto, ma forse a non molti giuristi, si fonda a sua volta sul pensiero del classici), evidentemente non ha nulla a che vedere con la cultura cristiana, e pertanto il Crocifisso è un simbolo falsificatore e incongruo. Giusto, no? Così infatti la pensano anche alcuni neopolitici di successo, fondandosi su giuridismi che partono da premesse sbagliate.

Ma va bene così, lasciamo che si agitino, ché si intortano da soli (o sole).

La logica della coerenza, infatti, non è di per sé un bene quando si fonda sull’errore, il quale è adesione a ciò che è falso.

Nel caso, non turba più di tanto l’aspetto relativo alla dimensione religiosa, che è in grado di difendersi da sé, come insegna ogni buon antropologo culturale, ma l’aspetto relativo all’incapacità della ragione politica (si fa per dire) dei burocrati europei, a comprendere che la dimensione religiosa costituisce un aspetto fondamentale delle culture e delle civiltà, e non può essere relegata a mero fatto teologale o fideistico soggettivo e privato.

Nel caso in questione, questi signori strasburghesi (di varie nazionalità) i quali hanno risposto positivamente a una signora italo-finlandese che si è sentita disturbata dal Crocifisso presente nelle classi dei figli (tutela di lei sola, dunque, non delle altre cinquanta coppie di genitori cui il Crocifisso non dava e non dà fastidio) hanno mostrato come, in nome di una pretesa laicità, con tale decisione si viola proprio la razionalità laica stessa, che è manifestazione di matura disponibilità a considerare ogni aspetto della civiltà umana.

E il Crocifisso, simbolo del dolore umano, è lì da quasi duemila anni ad aiutarci a comprendere l’unicità dell’avventura umana, la pari dignità tra tutti gli uomini, la speranza di salvezza per ognuno che lo guardi, sia che creda alla Resurrezione dell’Uomo-Dio, sia che non ci creda, ma nel Gesù figlio di Giuseppe di Nazaret, morto sul legno, trovi il filo ragionevole della dignità calpestata che riguarda tutti.

Ricordo infine ai giuristi che l’Uomo è essenzialmente un Animale simbolico-linguistico, cui la norma serve di supporto per la convivenza, non come gabbia e limite per i suoi Simboli vitali.

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2 Comments

  1. Non arrivo a disquisire a tale livello di colta finezza linguistica e profondità di pensiero, ma ci tengo a postare il mio consenso al rigetto verso questa decisione “europea”.
    La simbologia del cristo crocefisso, esposta soprattutto negli ambienti istituzionali è effige della nostra cultura e tale deve rimanere e ben esposta proprio come segno di identità e quindi libertà. Non ha mai leso la libertà di nessuno. E come dici bene te, le norme giuridiche devono essere a supporto della convivenza, non per la limitazione della convivenza tra popoli, identità e idelogie. Nel mio luogo espongo la mia identità a prescindere da chi accolgo che è libero di portare e scambiare la sua cultura con la mia, creando così la massa di confronto per lo sviluppo ideologico di entrambi con il rispetto di entrambi.

  2. Dopo aver affrontato l’esame di Dinamiche Religiose, Università di Relazioni Pubbliche- Ateneo di Udine- non posso che essere d’accordo con lei Renato, e con Kastajir. Il crocifisso, come le altre manifestazioni del culto religioso, e la religione stessa in ultima analisi, sono elementi costitutivi della cultura stessa di un gruppo sociale, etnico, di un popolo o di un’aggregazione di popoli. Suona come una dissonanza il riconoscere il crocefisso come elemento etnocentrico. Non può un crocefisso portare all’inteolleranza e all’incomprensione. Non può la sua presenza essere vista come elemento di disunione. Tuttavia le minoranze potrebbero chiedere di apporre a loro volta i loro simboli. Non è questo il caso trattato. Qui si è visto il disconoscimento dei valori cristiani, culturali, su cui si fonda la nostra appartenenza valoriale.

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