Retribuzioni ed Equità
Qualche settimana fa in un articoletto pubblicato su un settimanale tra i più diffusi si spiegava che recentemente il Parlamento aveva votato all’unanimità e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa 1.135,00 Euro al mese. Inoltre pare che la mozione sia stata trattata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali. La loro situazione stipendiale attuale è questa: Euro 19.150 complessivi al mese, di cui circa Euro 9.980 di stipendio; per “portaborse“ circa Euro 4.030 al mese (a volte si tratta di un parente o familiare); per spese di affitto a Roma rimborso di circa Euro 2.900 al mese; per indennità di carica da Euro 335 a circa 645 mensili (questi esentasse); telefono cellulare, tessera del cinema, tessera dell’autobus – metropolitana, francobolli, viaggi aerei nazionali, pedaggio autostrade, piscine e palestre, ferrovie dello Stato gratis, e altre agevolazioni per cliniche, assicurazioni. Con un lauto stipendio corrente hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento, mentre i cittadini-lavoratori la maturano dopo 35/40 anni di contributi. Poi vi sono i privilegi degli ex presidenti di Camera e Senato i quali hanno a disposizione a Roma un ufficio, una segretaria, l’auto blu e una scorta. Quando gli si chiede conto di ciò, sempre all’unanimità, destra – sinistra – centro, i parlamentari si “giustificano” dicendo che per legge i loro emolumenti sono agganciati a quelli dei magistrati di primo livello (anche lì dunque…). Si può far notare che in Germania e Francia i parlamentari percepiscono una somma che è circa la metà del compenso italiano, paragoni ragionevoli, perché la Francia ha più o meno la stessa popolazione e lo stesso Pil italiano, e con la Germania, che è il più popoloso e produttivo paese dell’Unione Europea, condividiamo dei sistemi di welfare abbastanza simili. Trattati in modo abbastanza analogo come stipendio base sono i consiglieri regionali, e in modo ancora più dovizioso i parlamentari europei (!). Lì le cifre sono da scandalo, pietra di inciampo logico e morale. Sull’altro lato della vita italiana, invece troviamo trattamenti economici per persone che comunque devono far sbarcare il lunario alla famiglia: 900/1000 Euro al mese un impiegato diplomato neo-assunto, altrettanto un operaio generico, 1200/1300 un ingegnere iunior, 1400/1600 un operaio specializzato, circa 1800/2000 un capoufficio amministrativo, sui 2000/2500 un quadro con responsabilità gestionali, tecniche e commerciali non banali, dai 3600/3800 ai 4500/5000 Euro netti al mese un dirigente con responsabilità di business, amministrative, tecniche, commerciali: una figura professionale che è ordinariamente licenziabile . Oltre queste cifre vi sono pochissime figure apicali nei settori privati di questa nostra regione e in Italia. Anche nel pubblico impiego la situazione retributiva è più o meno la stessa, tra cui gli insegnanti sono tra i peggio pagati d’Europa, e questo è un altro scandalo, mentre non poche figure dell’accademia, ottimamente trattate, non splendono per efficienza e resa. Il rischio implicito nell’affrontare questi argomenti è sempre quello di polemizzare in modo demagogico e populistico, la qual cosa non giova ad argomentare con la dovuta pacatezza e lucidità. Scontando ciò, e raccomandando a me stesso e al lettore di moderare la scontata incavolatura, si tratta di chiedersi come si può fare per modificare una situazione così evidentemente abnorme, proprio nello spirito del rispetto di un’etica dell’equità sociale (non dell’eguaglianza, che è un altro principio demagogico e populista, o altrimenti si deve considerare sul piano della dignità, che ci fa tutti eguali).
Post correlati
5 Comments
Leave a Reply
Dici bene, questo è un’argomento delicato dalle fattispecie inaccettabili. Io sono un frequentatore di social network, dove si straparla con rabbiosa aggressione al “sistema” politico e ci sono in corso “cause” per abbassare gli stipendi dei parlamentari. Mi dissocio per partito preso, perchè la sterile polemica, benchè giustificata e plausibile, verso una casta, perchè di tale status si tratta, non fa altro che alimentare l’attuale stato di conflitto politico che giova soltanto a chi entra in possesso del potere politico e quindi purtroppo economico senza produrre alcun chè vantaggio per il “popolo”.
La Professione politica dovrebbe essere un voto allo stato, alla patria, un contributo semivolontario all’evoluzione della nostra nazione, ovviamente retribuito ma in forma equa alla prestazione. Ainoi così non è.
Quindi cosa fare? Astenersi politicamente magari non votando? Cosa ci porterebbe? No non mi piace.
Fare un’adeguata petizione e una seria rivolta? Ma se gli animatori delle piazze e dei popoli sono proprio loro o chi aspira a raggiungere il loro status?
Mi verrebbe da dire che non ci rimane altro che cantar da Grilli, ma quella è semplice polemica distruttiva… vaffa day… ma per piacere…
Allora cosa facciamo? Soccombiamo al sistema?
NO, una via di rivalsa per il nostro diritto ad avere una classe dirigente adeguata non ce lo può levare nessuno, il problema è CHI potrebbe tenere le fila del cambiamento ed operare per la soluzione?
Ainoi, faccio proprio fatica a vedere l’alba, quindi è difficile non fare semplice polemica per sfogare un senso di frustrazione verso questo inadeguato disequilibrio non solo retributivo, anzi.
E’ una cosa sconcia, che in un panorama economico e sociale come quello attuale, la categoria dei prlvilegiati abbia avuto il coraggio di scavare un solco ancora più profondo per staccarsi dalla gente che fa dipendere il proprio stipendio dallo stato reale delle cose.
Ci sono state delle prese di posizione di facciata di alcuni politici di rango estremamente elevato nella nostra regione, di area di centro destra, per cercare di mostrarsi in qualche modo sottoposti ad un bagno lustrale che dilavasse l’onta. A parte un paio di facili proclami però, nulla di più si è visto.
Se sono accusati i politici di arricchirsi eccessivamente con poco degni aumenti di stipendio, subito passano la palla puntando il dito ai magistrati, cercando il mal comune-mezzo gaudio.
Il popolino sonnecchia, abituato dai secoli di storia alla differenza tra dominanti e dominati.
Il merito è un’illusione.
Quello che hai postato qui e proposto sul quotidiano di maggiore tiratura nazionale, caro Renato, ti fa onore, per il coraggio di far notare con voce cristallina lo sconcio.
Mi aggrego anch’io, che stonato sono per natura nel cantare, ma desideroso di unire questa nota alla tua per l’occasione…
Giorgio Garbino
( Refuso – Messaggero è quotidiano di maggior tiratura regionale)
E’ un sostanziale sconcio che passa quasi sotto silenzio quanto è accaduto.
I politici nazionali e regionali di rango più elevato non si sono opposti, salvo eccezioni, a questa manovra di arricchimento improvvido che ha portato a scavare un solco ancor più profondo tra regnanti e sudditi.
Qualcuno dei livelli più alti della classe politica regionale ha nei giorni successivi all’uscita della notizia sugli aumenti sollevato la questione mostrandosi indignato. Per un paio di giorni c’è stato il lancio di un paio di sommessi botti, poi tutto è stato messo a tacere.
E’ un atto cristallino di denuncia quello che ti ha visto protagonista, caro Renato, con l’articolo sul Messaggero, riportato poi in questo spazio.
Voglio aggregarmi anch’io con questa nota nel far sapere, per quanto mi è possibile, che non tutti sono insensibili al peggioramento dei valori umani, che dovremmo condividere per storia e comune cultura, cui abbiamo assistito anche in quest’occasione.
C’è da chiedersi dove sia fuggito il concetto di “merito”.
I consiglieri regionali del Fvg hanno aumentato il loro compenso di circa 500 euro, in concomitanza all’aumento di cui sopra.
Le due manovre sono andate di pari passo.
L’appello del Presidente della regione e di qualche dissidente, a non portare a termine la manovra, è rimasto sostanzialmente inascoltato.
L’audience è calata e il sipario si è abbassato…
Bisognerebbe riparametrare il sistema reddituale di diverse categorie.