Il Manager e il Pescatore
Raccontano, dicunt, narratur che su una piccola spiaggia dello Yucatan, all’ombra di un pontile, vecchio ma ancora efficiente, stavano amabilmente conversando un manager nordamericano e un pescatore del posto, appena tornato da una fortunata battuta di pesca al marlin, dalla pelle bruciata dal sole.
Il primo diceva al secondo: “Ho visto che stamani la pesca è andata molto bene“, “Sì, sì, molto bene, la risposta, ma adesso sono un po’ stanco“.
Nel pomeriggio il manager, che stava prendendosi una sacrosanta vacanza dal tourbillon della frenesia contemporanea, incontra al pub o bar o caffé attiguo alla spiaggia il pescatore, che si sta sorbendo una bibita.
“Qui, lei? Ma non è a pescare a quest’ora?” Risposta: “No, perché di pomeriggio, dopo aver pranzato con i miei, preferisco riposarmi, incontrare qualche amico e svagarmi andando qua e là. Qui è molto bello, no?”
“Bellissimo, però, se lei ci desse dentro con il lavoro, visto che le va bene, lavorando anche al pomeriggio, in dieci quindici anni potrebbe permettersi di fare una vita diversa, portare la sua famiglia in vacanza, disporre di molti denari…” L’altro lo interrompe dicendo: “Guardi, ho cinquant’anni compiuti, e le chiedo, perché dovrei fare a settant’anni quello che posso fare già adesso?”.
Raccontano che il manager, interdetto, lo salutò, andandosene, senza aggiungere altro.
La sera scendeva lentamente sulla spiaggia dello Yucatan e il pescatore guardò il manager scomparire dietro a una duna. La risacca si frangeva sulla sponda con una spuma trasparente. Più lontano richiami attutiti dal vento leggero.
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