Lo “schifo” come legittimo sentimento
Si può provare schifo per comportamenti a rilevanza morale, ed è lo schifo che mi fa più schifo,
ma vi è anche uno schifo fisico – concretamente sinestesico (concernente tutti quelli che San Tommaso d’Aquino chiama “sensi esterni”) – come quello che ho provato leggendo su un foglio locale un passaggio da un reportage concernente un convegno tenutosi a Udine dal titolo “I giovani e la comunicazione. La rivoluzione tecnologica etc.”, cui hanno partecipato gli scrittori Mauro Corona e Pino Roveredo, noti maitres à penser, con foto doviziosa di facce ilari e felici (?) dei partecipanti.
Riscrivo virgolettato un detto di Corona, così come riportato dal cronista: “Non rifiuto la tecnologia, ma continuo a scrivere i miei libri a mano. Così resta una traccia del mio lavoro su un foglio macchiato dal sudore oppure dal vino.”
Posso dire “CHE SCHIFO!”, oppure è politicamente scorretto?
Se lo fosse, chi mi conosce sa che non me ne frega nulla.
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