Speranze del nostro tempo
A volte è uno sguardo, a volte è un detto ascoltato per strada, a volte è un film programmato in televisione, che ti fa cogliere la possibilità della speranza. Di una speranza che non sia affidata solo a una “fede”, o di tipo politico-utopico (ottimismo progressista) o di tipo religioso (fede teologale). Una speranza che vive e alimenta la fragile volontà.
Bruce Willis è noto come eccellente attore di film d’azione, connotati da una certa violenza e sprezzo del pericolo. Il suo stesso volto segnato e severo di rughe espressive ne è simbolo.
Out of time, mi sembra, come titolo originale, Solo due ore in italiano, racconta di un poliziotto newyorkese che vive la sua resipiscenza morale. Incaricato di accompagnare un detenuto a testimoniare in tribunale, si accorge che diversi suoi colleghi vogliono in tutti modi impedire la deposizione, perché da essa emergerebbero prove di comportamenti inaccettabili da parte loro (Willis compreso), nell’esercizio della funzione: minacce, pestaggi e perfino omicidi ben costruiti, per uscirne sempre bene e degni di lode.
Willis è invecchiato e stanco, smagrito, con una leggera zoppia. Peripezie incalzanti lo vedono sfuggire in molti modi ai tentativi dei colleghi corrotti di impedire la testimonianza del piccolo delinquente nero.
Il finale pedagogicamente positivo non lo racconto.
Richard Donner alla regia.
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