Il buon Senso e il buon Gusto latitano spesso (non solo in Berlusconi)
… ah, molto brevemente, ché ho altro da pensare …
solo per dire che l’altrieri sul quotidiano locale del Friuli ho visto mezza pagina a colori dedicata a un presbitero, che, udite udite, è entrato a far parte del Consiglio presbiterale diocesano. Su indicazione di Monsignor Vescovo.
Ve ne sono alt
re decine di componenti l’Organismo consultivo della Diocesi. Senza che alcuno di questi sia neppur stato minimamente citato o abbia promosso l’informazione del vasto pubblico sull'”alto onore” (le virgolette sono ironiche solo in un certo senso la cui grana e trama lascio al gentile lettore dedurre).
Il mio ennesimo allibire per tanta profusione mediatica si è intonato perfettamente allo stupore constatando che non vi è limite al superamento di un normale criterio di buon senso e buon gusto nell’autopromozione (chi abbia chiamato chi, nel caso citato, resta oggetto di futili congetture).
Alla faccia della virtù di Umiltà e del suo corollario cantato e declinato francescanamente nella Modestia.
Di quest’ultima, la versione “falsa” è diffusa a iosa, nel caso citato e in millanta altri. Ahimè, s’usa dire.
In questo caso occorrebbe veramente la conversione del cuore. O quantomeno l’intervento postumo di un critico severo della chiacchiera e del cicaleccio come il buon Heidegger. Lettura consigliata “Sein und Zeit” (Essere e Tempo).
O infine mi basterebbe Rawls, con la sua nozione kantiana di “ragion pubblica“, sufficiente a far dire: “Ma bastaaa!”.
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