Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Risorgimento arabo

Un misto di gioia e preoccupazione (maggiore quest’ultima per ora) attanaglia il cuore osservando da lontano(-vicino!) lo que està sucediendo en el Norte de la Africa, y en la peninsula arabica, en los paises arabos que estan muy cerca de nosotros

Mi trema un po’ il cuore.

Un tumulto confuso, al pensiero che constata come ciò che sembrava immobile e come imbozzolato in una realtà fissa e intangibile. Invece sta venendo scossa dall’interno.

Vi sono rivoluzioni e manifestazioni di popolo. Reazioni dei poteri costituiti. Morti, feriti, incertezza …

Tunisia e Egitto hanno già imboccato una strada, ancora incerta, verso un  futuro diverso.

La nostra sorella Libia in queste ore sta penando. Il raìs, anche se reagirà forse ancora, ha il destino segnato, e non solo perché vi sono interessi “occidentali” a volerlo, ma perché un altro popolo, il suo popolo di berberi e arabi del deserto si è stancato. E’ guerra civile, così si chiama.

Internet e le donne, il web e i giovani, soldati e lavoratori, stanno alla testa di questi movimenti, e speriamo non altri.

Gli  strumenti della comunicazione contemporanea veicolano le idee di libertà e di rispetto per ciascuno e per tutti. 

Tocqueville, Locke e Voltaire, più che altri pensatori (Rousseau, Marx), sono lo sfondo ideale di queste rivoluzioni, anche se vi è il rischio di infiltrazioni pericolose.

Vedo in televisione un vecchio colonnello libico passato con gli insorti di Bengasi, che diceva: “Noi non abbiamo niente a che vedere con Al Qaèda, siamo per la libertà, vogliamo elezioni e rappresentanze democratiche …”.

Le potenze occidentali (vero Sarkozy?) hanno sempre “qualche volpe sotto le ascelle” (il petrolio?).

Siamo ancora all’alba del mondo se le elezioni e le libertà democratiche arriveranno con i rombi assordanti dei Mirage e dei Rafale francesi, dei Tornado e degli Eurofighter Tiphoon inglesi e italiani, e degli F16 americani.

Ora anche nello Yemen, in Giordania, in Siria si muovono le piazze. Morti e feriti.

Guardiamo questa alba del mondo, consapevoli, e disponibili a essere ponte anche con chi -fuggiasco- cerca nuovi lidi di sopravvivenza, ma dobbiamo anche aiutare questi popoli a restare a casa loro.

Ma sto male, e conosco la ragione: perché la morte colpisce l’innocente, e a volte risparmia  il peccatore. L’antica legge retributiva dei testi antichi non funziona. Insieme con Giobbe non capisco … neppure l’assenza delle bandiere arcobaleno. Ma quelle forse sventolano a guerre alterne. Sinistra e destra sono simulacri inadeguati a capire il mondo nuovo. Che cos’é questa guerra, umanitaria, dovuta, logica … e ciò la fa diventare meno “guerra”?

C’è una logica arcana che si dipana lentamente alla nostra comprensione, come il mysterion.

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