L’Antropologia dell’Imperfezione
Chiara notte di mezza estate a Firenze. Il cielo è blu cobalto. With or without you e Stairway to heaven… la sera cala dietro la Loggia dei Lanzi, un musicante le canta solo, con la chitarra, bene. E poi vende suoi cd a un pubblico cosmopolita. La gente sciama verso il fiume dove canta e suona al Ponte Vecchio un altro artista di strada.
Il “Perseo” celliniano esibisce le terga da par suo, bronzei glutei perfetti, e chiamo Beatriz (che dorme) per ricordarle la “divina proportio” di Platone.
L’acrocoro quasi montuoso del Duomo, Battistero, Campanile di Giotto si illumina sotto la luna. Camminando lung’Arno s’arriva a Santa Croce fin sotto il corruccio di Dante.
Al ritorno, San Lorenzo e un pensiero va alla Notte, e agli altri Momenti fissati ab aeterno et per aeternitatem dal Buonarroti, tra Lorenzo e Giuliano dei Medici.
Nel pomeriggio la storia di Laura sollecitata da Carlo. Il papà dice alla figlia che “…Tutto sommato, anche se qualche volta sbagli, non sei proprio male!” Il primo ricordo di una vita che è venuta al mondo, il primo supporto generante autostima. Ognuno di noi ha un primo ricordo, che l’ha segnato.
Si può “essere non male” anche se si sbaglia. L’Imperfezione è il nostro modo di essere, ché la Perfezione sarebbe solo … la nostra fine: ciò che è “perfetto” muore, in quanto “perfetto”, cioè, latinamente, concluso.
Avrei voluto dire del mio primo ricordo di quattrenne: la mamma che mi solleva per vedere nella bara il nonno morto, con i suoi baffi, gli occhi rinchiusi su una vita conosciuta dal dolore. Il nonno che sapeva molte cose, e poi si era perso. Il nonno azzoppato da un’operazione chirurgica strana, ancora giovane.
La morte. L’ho sempre pensata, da allora, solo come un momento di passaggio, non so ancora bene per dove, anche se la grande Teologia mi dice che …
Trenta filo-sofoi di Phronesis dalle varie Italie a pensare, in questo fine settimana, in un mondo e un tempo in cui si pensa poco e talora male, senza rispetto per i gli spazi temporali e i modi della riflessione, e del lavoro che dentro lo spirito individuale compiono, noi talora inconsapevoli e muti, le idee e le emozioni.
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