Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il Deontologista “gommoso”

E’ noto che la Scienza Etica deve essere declinata, pena una sua accezione estremamente generica e insignificante, come l’etimologico “usi e costumi” greco-latino, accezione ignota a quasi tutti i politici e anchormen.

Vi sono state varie “scuole”, da quelle degli antichi filosofi greci, Aristotele in primis, ai Padri della Chiesa, a Tommaso, a Kant, a Nietzsche … a coloro che ritengono uno scimpanzè sano più elevato ontologicamente di un uomo malato (Peter Singer osannato -senza contradditorio- a Pordenonelegge qualche anno fa), dalle filosofie orientali alle religioni animiste: tutte queste dottrine si sono espresse anche con “saperi etici” ben strutturati.

Proviamo a sintetizzare le principali, qui declinate volutamente in modo concettualmente estremo :

Etica utilitarista, o “degli sfruttatori di altri uomini e ambiente”,

Etica edonista, o “dei miopi, incapaci di una giusta misura nelle cose”,

Etica deontologica, o “dei formalisti senza sensibilità”,

Etica prescrittivista, o “dei ligi senza capacità di giudizio”,

Etica culturalista, o “dei mutilatori di bambine”,

Etica emotivista, o “dei mi sento-non mi sento”.

Infine vi sarebbe anche un’Etica che ha l’uomo come Fine.

E’ evidente che considerando nella giusta misura -e integrandole- ognuna delle scuole di cui sopra si declina un’Etica del Fine.

Stamani mi è piaciuto tratteggiare una sottospecie del soggetto che sceglie l’Etica deontologica, una sorta di “Deontologista gommoso“: si tratta di un soggetto che desidera mostrare con modi comportamentali talora perfino apparentemente eroici, la sua propria adesione totale, quasi in forma di devozione, alle prescrizioni di chi gli comanda.

Non a caso ho scelto l’iconografia soprastante (Eichmann al processo di Tel Aviv, 1961).

Quanti ne conoscete, cari amici, di questi soggetti, nelle vostre cerchie lavorative, esistenziali, amicali? Quanti piccoli Eichmann, non altrettanto pericolosi, ma solo perché non messi in situazione?

Normali impiegati, colleghi, persone che ti attraversano la vita, e che per vigliaccheria o convenienza non esiterebbero a metterti a male, fino anche ad estreme conseguenze? Spie, delatori, doppiogichisti infidi, che non esitano a farsi proattivi raccontatori di inezie per prendere punti. Meritevoli, più di qualsiasi crudele oppressore, della damnatio memoriae adatta ai vili.

Provate a riflettere.

Io, ne conosco non pochi.

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