Caro Lucio
… anni lontani, miei ricordi liceali, quando uscivi dal Partitone perché non condividevi il sovietismo, il dogmatismo figlio di una forma-chiesa che ti aveva intellettualmente stancato.
Come molti di noi.
Alcuni poi si incamminarono lungo versanti pericolosi e ancora più dogmatici, dentro una superbia intellettuale e un orgoglio spirituale che li avrebbe spinti su chine disumane e violente.
Tu sei rimasto sulla sponda critica del pensiero riflettente, della politica come agone del ragionamento, insieme con la Rossana, la Luciana, Luigi e altri costruttori di quella bellissima storia che è stato ed è ancora il Manifesto.
Lo leggo anche se io da sempre sono collocato su sponde distanti da ogni “comunismo” politico, ma parente alla lontana, sul versante delle origini, delle sorgenti di un pensiero come quello socialista riformista e -sempre- cristiano, origine e fonte delle fonti.
Non trovo oggi contenitori politici che mi dicano qualcosa. Preferisco stare a osservare il dibattersi di forze che hanno alle estremità quasi dei moncherini simbolici: a tutte le forze politiche oggi manca qualcosa, anzi molto … forse molto di quello per cui tu ti battevi, da comunista sempre inquieto e insoddisfatto.
Non giudico il tuo gesto, anche se non condivido.
Ti saluto con rispetto e affetto, caro Lucio, sperando tu abbia incontrato la luce che cercavi da sempre.
renato
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