Le Beatitudini
1Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
3 «Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4 Beati gli afflitti,
perché saranno consolati.
5 Beati i miti,
perché erediteranno la terra.
6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7 Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8 Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9 Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10 Beati i perseguitati per causa della giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini.
14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, 15 né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
(Matteo 5, 1-16)
Stamani desideravo condividere con il gentile lettore parole che forse più alte non sono mai state dette e scritte da uomo, e in questo caso da uomo-divino.
Gandhi stesso le riteneva tali, perché ubbidiscono a concetti sconvolgenti per il modo attuale di concepire la gioia, o la felicità, o (melius dicere) la beatitudine. Non quindi “beati” coloro che hanno, possiedono certezze, potere, denari, bellezza esteriore, ma beati sono coloro che soffrono per un qualcosa, che dunque sopportano, e dunque supportano la vita propria e quelle degli altri. Beati coloro che mantengono il cuore puro e non si rassegnano all’ingiustizia, beati sono quelli che operano la pace a partire dai loro cuori, beati quelli che comprendono, misericordiosi, che siamo tutti dei “poveri cristi” su questa terra, beati. E beati coloro che reggono anche le afflizioni del corpo e dell’anima, perché vi sarà per loro la consolazione della beatitudine.
Non dunque acmi di felicità derivante solo dai beni terreni,
ma gioia profonda del cuore, indicibile,
come un vuoto-pieno,
come un silenzio che canta le lodi,
come un gesto intravisto, benevolo,
come un dire che è un tacere nel contempo,
come l’aria immota del mattino d’inverno,
come acqua che sgorga dalle profondità della roccia,
come … abbiamo sempre bisogno di dire “come”,
perché non conosciamo il Volto,
la Luce pura, di cui tutti abbiamo nostalgia.
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