Filosofi d’inverno a Santa Marta
Le colline sono tutt’intorno, il vento va e poi ritorna.
Scorrono immagini verso Fiesole, al di là degli ulivi.
Voci s’intrecciano tra i piccoli gruppi intirizziti.
Ci si chiede come lavorare nel mondo, col pensiero. Come si può comprendere meglio la vita col pensiero.
Si constata la sua crisi, del pensiero, nel mondo.
Occorre tempo per parlare, perché il discorso si porga in una distensione sufficiente, in una ostensione durevole, altrimenti il senso sfugge, o meglio, fugge dalla nostra comprensione. E vince la confusione sterile.
Occorre la pazienza dell’ascolto delle ragioni dell’altro, anche se l’altro non ti incanta, anche quando talora ti annoia, perché anche tu, che non ti vedi-senti, puoi annoiare, o dare di te un’immagine diversa da quella che pensi di dare.
Occorre la forza di ammettere che di questi tempi manca molto del pensiero argomentante, logico, trasparente … ottenebrato da frettolose emozioni, da lampi che si spengono perché non sono illuminazioni.
Abbiamo lavorato per due giorni ascoltandoci, sopportandoci, incuriosendoci, in vista di molti altri incontri sulle colline, alla ricerca di pensieri sfuggenti, di concetti contorti e poi … improvvisamente eloquenti, fino a che la forza ci assisterà, che auguro a voi tutti, cari amici.
Pazienti, liberi e forti, anche nel vostro dubbioso essere assorti …
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