Dicevansi “stolti” un tempo, “cretini inconsapevoli” oggi
Il mio caro amico e collega Stefano Zampieri, autorevole filosofo di Phronesis, mi invia un elegante squarcio riflessivo di Fruttero&Lucentini, adatto ai nostri tempi e a molti ambienti.
Ci piacerebbe che molti lo leggessero, specie coloro che pensano il mondo sia “tuttho inthorno a thei” (come spiegava anni fa in uno spot tale Megan Gale, nota per la sua trasparente ebetudine). Speriamo non condivisa (l’ebetudine) anche da qualche sussiegoso intellettuale dei nostri tempi, sia che sia mediatico sia che sia ignoto ai più.
“Poco interessanti catene di cause e effetti terapeutici, dietetici, sociali, politici, tecnologici spiegano l’esponenziale proliferazione della “bêtise”. Figlia del progresso, dell’idea di progresso, essa non poteva che espandersi in tutte le direzioni, contagiare tutte le classi, prendere il sopravvento in tutti i rami dell’umana attività. È stato grazie al progresso che il contenibile «stolto» dell’antichità si è tramutato nel prevalente cretino contemporaneo, personaggio a mortalità bassissima la cui forza è dunque in primo luogo brutalmente numerica; ma una società ch’egli si compiace di chiamare «molto complessa» gli ha aperto infiniti interstizi, crepe, fessure orizzontali e verticali, a destra come a sinistra, gli ha procurato innumeri poltrone, sedie, sgabelli, telefoni, gli ha messo a disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto denaro. Gli ha insomma moltiplicato prodigiosamente le occasioni per agire, intervenire, parlare, esprimersi, manifestarsi, in una parola (a lui cara) per «realizzarsi».
Sconfiggerlo è ovviamente impossibile. Odiarlo è inutile. Dileggio, sarcasmo, ironia non scalfiscono le sue cotte d’inconsapevolezza, le sue impavide autoassoluzioni (per lui, il cretino è sempre «un altro»); e comunque il riso gli appare a priori sospetto, sconveniente, «inferiore», anche quando − agghiacciante fenomeno − vi si abbandona egli stesso.”
Per quanto riguarda me e Stefano nulla abbiam da aggiungere.
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