Fiorenzo, saluta Fausto, Gino e Marco (e Pietro)
salutami Fausto e Gino, e anche Pietro che mi raccontava di te quando ero bambino, di te, il “terzo uomo”.
Quel Tour de France quando ti ritirasti in maglia gialla perché avevano aggredito Bartali verso il Col d’Aspin sui Pirenei, era tuo.
E il Mondiale quando Ferdi Kubler, lo svizzero, che aveva il naso più lungo del tuo, e ti battè proprio di un naso?
E le strade sterrate che preferivi, come quando ti involasti con Fausto, era il 1955, per vincere il tuo terzo Giro d’Italia a trentacinque anni, e lasciasti a 5 minuti il povero grande Gastone Nencini?
E i tre Giri delle Fiandre vinti? Nel ’49 vi andasti con il treno pieno di minatori italiani diretti a cavar carbone verso Charleroi e dintorni?
Salutami Fausto e Gino che ti staccavano in salita, ma tu spesso li raggiungevi in discesa, come falco in picchiata, e abbracciami Marco da Cesenatico, non lo dimentico.
Salutami da lì dove sei le montagne, e quel cielo alto azzurro che vedevi mentre i tornanti salivano tra i boschi e verso i ghiaioni e le crode impervie.
Mandi Fiorenzo.
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