Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La Valle dei Tempi

Caro viandante che cammini e passi,

no, non ho dimenticato una “elle“, volendo parlare della straordinaria Valle agrigentina dei Templi, il nome qui è giusto così.

La Valle dei Tempi è vicina a noi qui, cento chilometri non di più, sopra Vittorio Veneto e appena oltre i Laghi di Revine verdissimi.

L’ho sentita chiamare così e mi è piaciuto. Vi andai in un tempo senza tempo. E vi tornai.

Lasciata Ceneda si va verso il passo San Boldo, ma ci si ferma prima.

La Valle è immota come se… come se il tempo non vi scorra, o non vi arrivi.

La Valle confina con i boschi cedui e con le rocce nascoste della montagna.

Nasconde misteri antichi e sconosciuti agli uomini che camminano, evitando i borri e gli anfratti perigliosi.

Dicono che più avanti c’è un’antica Abbazia, forse la visitai tanti anni fa quando la nonna voleva che la portassi a trovare la figlia Anna. E un castello grande, messo lì a guardia.

Si andava di domenica con la mia prima auto, una Fiat 1100 D color “fumo di Londra“, e con le cugine poi la gita. Una volta ci trovammo in mezzo a filari di Prosecco verso Valdobbiadene.

La Valle dei Tempi è un luogo dove “…il vento soffia libero e non c’è nulla che ferma la luce del sole. Io sono nato dove non ci sono costrizioni (Geronimo)”.

La Valle si distende come in attesa delle montagne, che sono corrugamenti tettonici di forza senza eguali. Per l’uomo.

E di forza vicina allo zero se comparata a quella di un wormhole.

L’erba è accarezzata dal vento leggero dall’imbocco meridionale; lui poi si insinua nei canaloni portando le voci di tutti i viandanti di ogni tempo, che attraversarono la valle.

Raccoglitori, cacciatori, pastori, tribù del Nord, soldati, fuggiaschi, temerari, inquieti, cercatori di fortuna, mendicanti, frati in sandali e bordone, prostitute e santi sconosciuti…

Transitano i passi nella Valle dei Tempi, come il vento che non si vede, ma si percepisce.

Transito di tempo in tempo, con il mio bordone, e un sorriso discreto, miracolo leggero come il volteggiare delle ultime foglie.

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