Roulotte
Una famiglia che non conosco vive in una roulotte
dentro il parcheggio del palazzetto dello sport del mio paese.
Panni a stendere fuori nell’umido giorno di febbraio.
Per me, Signore, è uno struggimento, un freddo dentro, come quando l’estate stenta a venire e residui di fresche nuvole attardano il caldo.
Mi scorrono brividi, Signore, dalla nuca alle reni. Ma forse è solo freddo dentro.
Perché, Signore, abbondanza e noia da altre parti, perché spreco e dispregio dei beni, quando questi in quei luoghi debordano oltre il necessario?
Perché vi è chi può permettersi di guardare con sufficienza gli altri, e vi è chi vive al riparo di una roulotte, e altri a scaldarsi per gli androni delle città intirizzite?
Nella domenica delle tentazioni, quando il diavolo portò tuo Figlio sul pinnacolo del tempio e lo tentò con la libidine del possesso, del potere e dell’onnipotenza, ma venne cacciato, Signore, aiutami a comprendere oltre l’assurdo di questo dolore, se vi può essere una ragione che io non conosco.
Amen.
Per consolarmi qui sotto un ricordo.
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