Francesco
lo Spirito Santo soffia dove vuole, proponendoci i “segni dei tempi”. Tanta gente in piazza in cerca del padre.
Mario Jorge Bergoglio e Giovanni di Pietro di Bernardone si sono chiamati Francesco.
Il nome è un segno.
Un destino che viene scritto a più mani, le mani umane del soggetto e le circostanze, che sono cause sconosciute, ma reali ed efficaci, poiché generate dalla Causa prima.
Come il giovane “Francesco” fraticello da Assisi dialogava nel 1219 con il sultano d’Egitto al-Malik al-Kamil spiegandogli Cristo, papa Francesco, da stasera vescovo di Roma, allarga lo sguardo sul mondo, uscendo dai clericalismi delle curie e dicendo una Chiesa “popolo di Dio” con il popolo di Dio.
Le sue prime parole, a partire dal nome prescelto, sono state dirette e spirituali, vòlte a ispirare un altro tratto di strada sul cammino della salvezza degli uomini e del mondo, tra i marosi e i gorghi del dolore.
Una speranza.
Un segno, uno sguardo, un uomo.
Un padre.
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