Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il canto della Natura

Ne parla sul Sole 24 Ore della Domenica oggi, Carlo Rovelli:

(…) Eppure Dirac è forse il meno conosciuto tra i protagonisti della straordinaria esplosione della conoscenza del XX secolo. In parte, questo è dovuto alla raffinata astrattezza della sua scienza. Forse ancora di più alla sconcertante stranezza del suo carattere. Silenzioso, riservatissimo, incapace di esprimere emozioni e sentimenti, spesso incapace di riconoscere le persone conosciute, incapace perfino di tenere una conversazione normale o addirittura comprendere semplici domande, Dirac rasentava e forse sconfinava nell’autismo. Durante una sua lezione un collega interloquì: “Non ho capito quella formula“; Dirac dopo una breve pausa silenzioso continuò imperterrito. Il moderatore lo interruppe chiedendogli se non volesse rispondere alla domanda, e Dirac, sinceramente stupito: “Domanda? Quale domanda? Il collega ha fatto un’affermazione“. Non era spocchia: l’uomo che vedeva i segreti della natura che sfuggivano a tutti, non comprendeva il linguaggio implicito, e prendeva ogni frase alla lettera. (…) Paul Adrien Maurice Dirac (1902-1984).

Non so perché, ma Dirac, come Gaber e Iannacci, mi è in qualche modo vicino.

Anch’io a volte non capisco perché gli altri ridono o fanno domande, anche se la domanda è il cuore della mia vita. E la risposta il cervello. Vorrei anch’io a volte immergermi in un autismo volontario, di fronte a tanta scemenza e idiozia pervasive, di questi tempi inflazionati di messaggi e promozioni.

E mi piace pensare che vi sia una coscienza divina nella Natura, come non pensava Dirac, ma lasciava che apparisse.

Mi piace pensare che il Neural correlate of consciousness (Christof Koch 2004), cioè la coalizione minima di neuroni sincronizzati a un evento della coscienza, sia un qualcosa che continuamente muta, componendosi e ricomponendosi, e non lasciando mai nulla come prima, ristrutturando i ricordi e perfino i sogni… in me e in ciascuno.

E che questa natura-delle-cose evolva come la vita, che è un “qualcosa di materialmente organizzato, limitato nel tempo e nello spazio, capace di metabolizzare, riprodursi ed evolvere” (Boncinelli 2013), ma non solo, anche molto altro.

Come il lampo di luce che appare allo scomparire della materia.

 

 

 

 

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