Tania e Mattia
…ma tu Signore, come ti permetti?
Come hai potuto? Mattia a quattordici anni e Tania a venti…
E Giuliano, papà di quarantasette anni, che tornava al supermercato dove aveva dimenticato un dono per la sua bambina, perché non è tornato a casa?
E chi cammina solo per strada e domani non ha dove andare al lavoro? Come ti permetti?
Che ci stiamo a fare qui penando, ha forse ragione Giacomo da Recanati, quando canta il suo “pastore errante“?
Mattia era un ragazzo e Tania una giovane radiosa, dove li hai messi?
Perché passava lì quella macchina dove pedalava Mattia?
Perché hai lasciato quella cellula impazzita nel corpo di Tania?
Perché non a me? Che significa la scelta, il dolore, la solitudine, l’incomprensione, la mia incapacità di ascolto?
Che cosa stai preparando per me e per le persone che mi vogliono bene?
Proteggile, proteggile, proteggile…
…ti credo e ti sento, ma non capisco, non riesco, a volte oscuramente appare un barbaglio della tua presenza, che non so afferrare,
ti prego. Signore.
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