Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Stefano

Caro Stefano,

sei andato da un’altra parte, ieri. Ti seguivo quando eri un leggero, agile e sorridente centravanti, con il tuo nome e cognome che si armonizzavano bene. “Borgonovo“, quasi un toponimo di origine medievale. Stefano dei Borgonovo.

Ho letto cosa hanno scritto persone che ti conoscevano e altre che non ti conoscevano. Ti hanno chiamato “eroe“, “testimone“… Starei attento con le definizioni. Mi sembra di poter dire è che hai conosciuto il dolore.

Il dolore ci accompagna come una possibilità sempre a lato del nostro incedere. Non conosciamo il nostro futuro, anche se in parte ce lo costruiamo, in parte perché da altri luoghi provengono vettori causali che ci intercettano.

La genetica fa la sua, ma anche le circostanze, dove viviamo, chi incontriamo, che cosa scegliamo di fare.

Il dolore è una declinazione del male, ma solo parziale, perché può perfino convivere con la gioia. Paradossalmente, ma non troppo. Agostino direbbe che il tuo dolore è una mancanza di qualcosa, certamente di salute. Il tuo organismo è stato colpito, angustiato, tormentato. Senza preavviso si è annunziato in qualche modo anni fa e tu hai assistito al suo incedere, inesorabile.

Un dolore strano, forse a volte muto, feroce per il tuo spirito costretto in un involucro di immobilità.

Ogni dolore ha un suo modo di essere vero, inesorabilmente presente alla coscienza. Forse tu hai raccontato il tuo più con gli sguardi che con il computer, lo hai detto presenziando, chissà con quanti pensieri, al suo manifestarsi concreto, quotidiano.

Mi chiedo come si possa vivere così, eppure si può, come hai mostrato. Vi sono altri che invece possono pensare che una tal vita non meriti di essere vissuta. E vanno in Svizzera, o altrove, a chiuderla.

Il tuo è stato un dolore spirituale, fino in fondo, immagino. E ora? Non so se credessi nell’immortalità della tua anima.

Se sì ora sei senz’altro libero dall’involucro, libero e presente dove nessuno di noi può immaginare come possa essere (Dante compreso), teologi compresi, credenti praticanti e preti compresi. Nessuno.

Tu invece ora lo sai, caro Stefano.

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