Margherita
Cara professoressa Margherita,
Lei aveva l’età di Luigia, mia madre, che però è andata via tredici anni fa. Del Suo andarsene, ho saputo stamani.
Ora Lei sa, forse anche di più di quello che soleva ammettere di poter sapere. Non si chiedeva più di tanto (quasi mai) i “perché filosofici” del mondo, ritenendoli domande improprie, se non assurde. Forse non ha letto Tertulliano. Secondo lui anche l’assurdo ci sta.
Si è chiesta invece molti “come“, fin dalla sua tesi sulle Cefeidi, come funziona il kòsmos, trovando anche molte risposte: ad esempio che noi umani siamo “figli delle stelle“, venuti come molecole di carbonio da grandi viaggi. Non so se Alan Sorrenti si ispirò a Lei con la canzone omonima.
Qualche volta l’ho ritenuta eccessivamente apodittica nel dichiararsi atea e nella sbrigatività sul tema. Chissà, forse è stata la passione, che muove tutto, come insegna Platone: questo eros che l’ha spinta a desiderare di capire l’universo, talora, oso dire, Le ha un po’ impedito di ammettere che qualcosa sfugge alla mera ragione, all’intelletto discorsivo e logico-argomentativo. Tra l’altro la parola “desiderio” deriva latinamente da de-sideris, dagli astri, appunto, dove Lei si è persa e ritrovata per tutta la vita.
Cara professoressa, persona simpaticissima e vera, non voglio convincerLa ora (che buffo!) che forse Dio non è una nozione irrazionale, ma può essere ammesso, almeno come ipotesi. Lei a volte parlava dell’infinito come intendesse “dio“. Ma uno degli attributi divini è proprio l’infinitezza. Un’ipotesi su Dio, che ne dice?
Requiem aeternam dona ei Domine, et Lux perpetua luceat ei, requiescat in pace, amen.
renato
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