Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La sagra dei cretini

Caro viandante,

una domanda: secondo te perché si sceglie di leggere un libro, oppure no? Per curiosità, per averne sentito parlare bene? Perché si sono avute notizie intriganti dell’autore? Perché “non si può non averlo letto” siccome è un successo, e dunque si rischia di non essere in? Perché si deve preparare un esame o una conferenza e ci si deve documentare?

Ascolta quello che riportano le cronache: tu sai chi è J. K. Rowling, una bella signora inglese bionda di quarantott’anni. E’ l’autrice della saga in sette volumi, come si dice?, ah sì, best seller di Harry Potter, da cui hanno tratto le sceneggiature di altrettanti film milionari.

Bene: d’accordo con il suo manager e con l’editore, la bella signora ha pubblicato il romanzo poliziesco “The Cuckoo’s Calling“, ma sotto mentite spoglie, con lo pseudonimo di Robert Galbraith. Un esperimento editoriale, di marketing letterario? What’s happened? …che il libro dopo qualche settimana si è piazzato oltre il 5.000mo posto nella graduatoria dei libri editati presenti nelle librerie.

Sornionamente i nostri eroi (Rowling and C.) hanno convocato una conferenza stampa, rivelando l’arcano. Una vera apocalisse, fu (e mai il termine fu usato più appropriatamente). In men che non si dica (orrendo stereotipo) il libro è balzato al primo posto delle vendite.

Che diamine! …direbbe un’educanda dello Yorkshire. Oooh, per dire la meraviglia di una sioretta nostrana.

Oh, naturalmente non ho letto il libro, né ho tempo (vita brevis est) e voglia di leggerlo.

Che ne pensi tu, caro viandante? Ero questo pomeriggio tardo in posta, in irrazionale coda causata da insipienza organizzativa congenita di Poste Italiane Spa, e cosa ti vedo tra i gadget in vendita? Nientemeno che Inferno, l’ultimo “capolavoro” di Dan Brown. Ebbè sì, spingi lì, parlane là, mettilo negli aeroporti e nelle stazioni autostradali, e perfino in posta, il cretino se ne accorge e lo compra, perché Dan Brown è famoso, e invece Robert Galbraith, no. E invece la Rowling, sì. Vi è dunque in alcuni una sorta di riflesso condizionato, una specie di gregaria devozione da inferiority complex alla fama? Si compra forse il libro perché l’autore è famoso?

Ma è famoso perché è un grande scrittore? O è famoso perché è famoso? La tautologia crea la qualità?

Conosco anch’io qualche autore famoso perché è famoso e lettori che l’hanno comprato perché è famoso, e magari un po’ guru.

Alla sagra dei cretini, sempre molto frequentata.

Post correlati

0 Comments

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>