Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La genia degli imbroglioni

In questo caso “dear follower” e dear (per modo di dire) autore,

mi imbatto dopo un po’ di tempo nei dati delle vendite di libri e trovo che il famous Codice da Vinci ha venduto in tutto il mondo x milioni di copie. Un poliziesco teologico, storico, boh?

Siccome avevo visto il suo successo ai tempi e mi aveva fatto, come si dice, per qualche ragione incazz. (…), mi son detto: ora gliela la suono io la sveglia, caro Dan Brown, spiegando ai miei venticinque lettori quanto approssimative e false siano molte affermazioni presenti nel suo testo, ancorché opera letteraria e dunque di finzione, e soprattutto perché a p. 9 del libro lei afferma che tutte le informazioni contenute sono storicamente documentate e veridiche!

We start:

1. a pag 272 del book lei sostiene (tramite un suo personaggio) che la vita di Gesù “è stata scritta da migliaia di suoi seguaci in tutte le terre“: balle, ballissime, mi citi le fonti e troverà solo i 4 vangeli canonici e alcuni vangeli apocrifi, che poi lei usa a man bassa, mostrando però di non averli neanche letti; a quel tempo erano quasi tutti analfabeti (migliaia di seguaci tra i quali le popolazioni rurali della Galilea?), ma andiamo! Né risulta Gesù abbia scritto alcunché, né tenuto un diario, come lei afferma con sicumera a p. 300;

2. sempre a pag. 272 lei afferma (sempre tramite un suo personaggio, e così di seguito) che sono stati scritti più di ottanta vangeli: ma che c. dice? Sono sì e no una quindicina in tutti quelli ritrovati, gli altri 65 li ha scritti lei?;

3. a pag. 273 lei sostiene che prima del Concilio di Nicea (325 d. C., convocato dall’imperatore Costantino, cui lei attribuisce arbitrariamente un ruolo di ordinatore e sistematore della dottrina cristiana che non ha assolutamente avuto) Gesù non era considerato “divino“, ma un comune mortale, seppure con qualità e doti particolari: nulla di più falso, perché fin dai vangeli cosiddetti “canonici“, i più attendibili perché i più completi e antichi (70-95 d. C.), e dalle Lettere di Paolo, che sono i primissimi scritti cristiani (50-65 d. C.) Gesù è detto Figlio di Dio, Cristo, Messia, eccetera;

4. a pag. 275 lei afferma che Costantino commissionò una nuova Bibbia, che omettesse i “tratti umani” di Gesù: falso, perché, casomai, l’imperatore ordinò a Eusebio di Cesarea, l’autore della Historia Ecclesiatica, la redazione di una cinquantina di copie della Bibbia, da dare in dotazione a nuove chiese che l’imperatore stava facendo costruire. E Eusebio si attivò subito con il suo scriptorium di Cesarea, molto attrezzato. Queste Bibbie erano fondate su un “canone” scritturistico che si era già costituito fin dai tempi di Ireneo (fine del II secolo), nelle quali i 4 vangeli (Matteo, Marco, Luca e Giovanni)  erano parte tranquillamente accettata dalle comunità “cattoliche” (universali) dei cristiani del tempo, contenenti ampi racconti che riportano senza censure tratti di personalità umanissima di Gesù, che era affamato, stanco, arrabbiato, turbato, sanguinante, triste, in punto di morte… (vuole che glieli citi, o li trova da solo?);

5. a pag. 275 lei spiega che i Rotoli del Mar Morto furono trovati negli anni ’50: no, era il 1947; almeno, se non sa, stia zitto, o si documenti, visto che insiste a dire che il suo è un “romanzo storico”. Le ricordo in merito che il nostro Manzoni (lui sì, grande) racconta ne I Promessi Sposi, se non cose relamente accadute, cose verisimili, mentre lei afferma di raccontare cose realmente accadute, ma non ha studiato -e si vede- le fonti ebraiche, greche, copte e siriache, che possono spiegare qualcosa. Caro Brown, bisogna far fatica per raccontare la storia con qualche ragione di attendibilità. La questione del Gesù storico è molto più seria delle sue narrazioni, diciamo, da orecchiante; sempre lì lei afferma che i documenti ritrovati a Nag Hammadi nel Medio Nilo parlano del Graal e dell’umanità di Gesù: ma dove ha trovato simili panzane? A Nag Hammadi sono stati trovati dei vangeli gnostici (sa che cos’è lo gnosticismo, mio prode? Sa chi sono Basilide, Carpocrate, Valentino?), che sottolineano, al contrario di quanto lei racconta, piuttosto la quasi esclusiva “divinità” di Gesù. Non le basta? Continuiamo;

6. a p. 288 lei afferma che “i costumi dell’epoca” imponevano a un ebreo adulto di essere sposato: falso, sia per il diritto giudaico sia per la sociologia del tempo: potevano sposarsi solo quelli che avevano i mezzi per mantenere una o più mogli e la famiglia; i rabbi itineranti (e Gesù di Nazaret era uno di questi, lo sa o no?), e soprattutto i maschi della comunità essena del Mar Morto erano quasi tutti celibi. Che gliene pare?

7. a pag. 288 lei dice che i Rotoli sono tra i più antichi “documenti cristiani”: sta scherzando? I Rotoli sono documenti di una comunità ebraica!  Do you understand dear?

8. a pag. 291 lei riporta la notizia che Maria Maddalena era della “casa di Beniamino”, ma di un tanto non vi è alcuna fonte attendibile. E allora che dice? Ce la trova la fonte?

9. a pag. 298 lei ci informa che quando Gesù fu crocifisso Maria Maddalena era incinta: ma dove ha trovato una notizia del genere? Me lo dica, ché se mi convince la ammirerò sempiternamente;

10. a pag. 300 lei afferma che la cosiddetta fonte “Q” è stata nascosta dal Vaticano fino ai nostri tempi. Ma chi gliel’ha detto? Un sacrestano? Uno spretato? Un massone? Si tratta invece di un documento che si ipotizza possa essere stato redatto in epoca appena post-apostolica, dal quale probabilmente hanno tratto ispirazione gli autori dei vangeli secondo Matteo e secondo Luca.

Qui le ho proposto solo una decina di contestazioni, ma vi sono nel testo anche altri svarioni nescienti.

Caro Brown, i più antichi codici conosciuti del Nuovo Testamento sono quelli Sinaitico e Vaticano, del IV-V secolo, rinvenuti nel XVIII secolo da Ludovico Antonio Muratori, questa è la storia.

Quando si fanno certe affermazioni, caro scrittore di fantasy e basta, bisogna studiare, informarsi e rispettare il lettore, perché può capitarle anche un  lettore che non la beve, un lettore “apote“, dubbioso, scettico di certe sicumere presuntuose.

Sperando di aver fatto un discreto servizio alla verità che appare a chi la cerca,

notte.

 

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