Sulla mia strada eventi
Un video inquadra sei sette tipi, che quatti quatti sembrano giocare a rimpiattino nel cortile dell’azienda.
Poi si avvicinano e fanno quello che devono fare, mascherati, irriconoscibili, ma non sanno che le telecamere li hanno ripresi.
Effrangono, vandalizzano, rubano, rovinano, e poi se ne vanno.
Sembra quasi un noir di quart’ordine intercalato da movenze comiche busterkeatoniane.
La delinquenza non ha confini, ma è di vari tipi: quella organizzata e criminale, quella occasionale e quella mirata a secondi fini.
In questo caso forse vi è un mix del secondo e del terzo tipo.
Il furto, l’effrazione, il vandalismo esistono da prima dei Vandali, e non vi è dubbio che continueranno, come continueranno le azioni male: l’uomo è “libero” di commetterle. Che poi si tratti di libertà da intendersi come condizione di possibilità di esercizio nella quale ognuno possa autonomamente prendere decisioni -esse stesse “libere“- è da vedere.
In morale sappiamo che l’intenzione, come stato dello spirito, è fondamentale, per dirimere la gravità degli atti umani, oltre all’oggetto degli atti stessi. E anche nel diritto.
Mi chiedo: quei ragazzi con i volti mascherati, che guizzavano da un capo all’altro del cortile, come per un gioco infantile, che livello di libertà possedevano?
Incontro la società del luogo, che solidarizza, mi chiedono le tv locali che faremo, se resteremo lì a lavorare o se si andrà via.
Si prova a restare, rispondo, fiduciosi che un soprassalto di lucidità prevalga sul traccheggiare lungo le sponde dell’inconsistenza.
La mia strada incontra eventi e inaspettate angolature, ogni giorno, io sapendo che l’unico tempo vero è -agostinianamente- “il presente del presente“, che sarà ricordo e insieme preludio di speranza, la quale si alimenta di fiducia.
Le virtù della vita buona sono sempre connesse.
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