Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

“Diventare anima”

Un’espressione insolita, vero?
Cos’è l’anima?
Secondo Aristotele (cf. De anima) e il Cristianesimo (definizione nel Concilio di Vienne, 1312-1313) l’anima è ciò che forma e informa il corpo, principio di moto e sede di tutte le facoltà spirituali (volontà, intelligenza, memoria, sensibilità).
La catechesi cristiana tradizionale sull’anima afferma: a) la creazione diretta da parte di Dio di ogni singola anima, mentre il corpo è formato dai genitori a partire da materia preesistente; b) la natura speciale dell’anima, diversa da quella del corpo, che essa fa vivere; c) l’immortalità individuale; d) la caduta iniziale e la trasmissione del peccato originario a tutti i discendenti di Adamo. Per l’Antico Testamento l’anima è una specie di “combinazione” di spirito e corpo, vita nel corpo, comune all’uomo e alle bestie, è senziente e pensante, amante, è sede degli istinti naturali, delle emozioni e delle passioni.
Queste dottrine derivano da molte fonti, dalla Bibbia e dal pensiero greco, in cui l’anima era intesa ad esempio come «elemento del mondo» (presocratici, stoici ed epicurei), «principio dell’essere» (Aristotele), «principio del movimento» (Platone e neoplatonici).
I padri della Chiesa hanno utilizzato il platonismo e specialmente le idee di Plotino, ma anche altre fonti, come lo stoicismo e la gnosi. Se Agostino prese da Platone l’immagine dell’auriga (anima-ragione) che guida la nave (corpo), cioè le passioni, Tommaso d’Aquino recuperò l’unitarietà aristotelica con il concetto di “composto” di corpo e anima, ovvero materia e forma; l’uomo è sostanza spirituale ed essere animale, intelligente, ma anche sensitivo e vegetativo.
Ai nostri tempi la teologia si sofferma piuttosto sul concetto di persona, che è l’anima stessa, principio di vita immateriale che sfugge all’empiria e all’osservazione scientifica; è autocoscienza razionale, atta alla conoscenza e alla libera scelta.
Secondo Tommaso l’anima intellettiva, che dà forma e struttura alla materia e la rende vivente, non sta in alcun luogo particolare del corpo, che compenetra totalmente. L’anima si «esprime nel corpo» e lo contiene. L’anima è il principio vitale da cui scaturisce ogni azione corporea, da quelle dell’apparato locomotore a quelle della psiche. Il Concilio di Vienne afferma: «riproviamo come erronea e contraria alla verità della fede cattolica, ogni dottrina o tesi che asserisce temerariamente o suggerisce sotto forma di dubbio che la sostanza dell’anima razionale o intellettiva non è veramente per sé la forma del corpo umano». Ma già Agostino d’Ippona aveva autorevolmente affermato: «in ciascun corpo l’anima è tutta in tutto il corpo, così com’è tutta in qualsivoglia parte di esso».
A differenza del suo maestro Alberto Magno, per il quale il quale l’animazione avviene nel momento stesso del concepimento (e l’anima inizia a operare nel corpo sin da allora), secondo Tommaso d’Aquino l’animazione (ovvero l’infusione e la messa in azione dell’anima razionale) avviene tardivamente rispetto al concepimento: circa quaranta giorni dopo per i maschi e circa ottanta giorni dopo per le femmine. Tale punto di vista è stato accettato a lungo dalla chiesa, e utilizzato in particolare nelle discussioni circa la liceità dell’aborto.
In tempi a noi più vicini, a correzione delle idee di Tommaso d’Aquino, i teologi hanno espresso la convinzione che l’animazione da parte dell’anima razionale avvenga nel momento stesso del concepimento, anche se poi quest’anima inizierebbe manifestamente a operare solo in epoca successiva.
L’esistenza dell’anima può darsi con “prove razionali”: la consapevolezza dell’individualità; la consapevolezza dell’esistenza della propria anima; la cognizione della distinzione fra anima e corpo; la consapevolezza dell’opposizione fra anima e corpo; la persistenza dell’Io rispetto ai mutamenti del corpo; la presenza di attività spirituale; il senso di responsabilità; la ripugnanza verso l’idea di una morte definitiva; la disparità fra corpo e anima; la presenza di funzioni e proprietà non spiegabili se si nega l’anima; l’irriducibilità dell’anima ai meccanismi della natura; l’attività finalistica dell’organismo.
L’anima, che in greco si dice “Psychè” possiede molti tratti che possiamo definire psicologici: principio di vita; immagine di Dio; vera essenza dell’uomo; costante dell’essere; principio che umanizza il corpo; principio della razionalità umana e dello psichismo; principio dell’individualità; fonte della personalità; principio della soggettività; principio della coscienza e della consapevolezza; fonte dell’interiorità e della vita personale; principio del libero arbitrio e della volontà; essenza dell’essere e dell’Io; coscienza morale.
Secondo la dottrina cattolica tradizionale, dopo la morte l’anima continua a esistere separatamente dal corpo; infatti, essendo immateriale, non ha parti in cui dissolversi, e non dipende dal corpo per quanto riguarda le sue operazioni.
Se si può dire che se la morte è la separazione dell’anima dal corpo, la vera morte non è quella “apparente” corporea, ma il reale momento del distacco dell’anima dal corpo.
Qualcuno si può spaventare dell’ipotesi di “diventare anima“, solo anima, per l’incerto destino che l’aspetta, così come prova un desiderio naturale di integrità della propria persona, dovuto al fatto che l’anima è la forma del corpo e come tale tende a essergli unito.
Accanto a questi saperi classici, accostiamo comunque la ricerca neuroscientifica che lavora a dipanare, per quanto può, questa complessità che viviamo.
Meglio dire allora che “siamo la nostra anima” e “siamo il nostro corpo“, anche, e contemporaneamente.

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