Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Giorni chiaroscurali

Cara Beatriz, mi amada hija,

oggi sei diciottenne. Un passaggio, un transito, un simbolo grande. Non per ragioni giuridiche, pure importanti, ma di fatto insignificanti, ma per la cesura che costituisce, in qualche modo, chiudendo una fase della vita e affacciandosi sulla successiva. Anche su ciò, pero, piensando con juicio, perché a diciott’anni si è ancora nel pieno dello sviluppo psico-fisico e mentale, e davanti ti si pongono molti bivi, in un orizzonte confuso e nebuloso. Le tue speranze son grandi, le idee rutilanti e luminose.

Beatriz, a te “madre natura” nulla ha negato. Sei piena di risorse, che ti auguro di saper ben vivere, come insegna il Maestro (Matteo 25, 14-30). Leggi questo passo appena puoi.

Mi par di sentirti: “Farò, studierò, viaggerò… (nel caso tuo) canterò…”. Nessuno può entrare nella tua anima. Anch’io, sangue del tuo, non posso osare. Anche se a volte mi sento escluso. Cordone ombelicale che, secondo natura, dev’essere spezzato, per poi ricomporre più avanti una relazione immortale, ma tra adulti. Il figlio è per sempre, e così anche il padre e la madre, cui va la tua gratitudine.

Fino a che l’ombra non giunga, e poi pure per sempre (ex parte Dei), nel tuo ricordo, e nella mia presenza attenta alla tua vita per cui io stesso e tua madre siamo venuti al mondo, ai confini del Tutto.

(E di “scuri” proprio non voglio qui più dire nulla, ché un tanto basta).

 

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