Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Vaguli pensieri ottobrini

Caro lettore della Dies dominica,

Da anni, ricordo, ottobre vien sereno. Qualche ultimo piovasco dimentico della fine dell’estate e poi colori indicibili, azzurrità verso l’alto e l’orizzonte. Silenzii, come quello di stamani alla chiesetta, che era aperta al viandante. Cammino riflettendo su me e sul mondo, dubbioso se abbia ragione Omero e torto Platone, o viceversa, intorno all’anima.

L’epico poeta pensava a un kàrdia, sede delle passioni, a partire dall’ira funesta del Pelìde, e a un noos, sede della ragione. Non vi era ancora la nozione di anima, psyché. Platone la pensava unitaria e tripartita, due cavalli e un auriga, il cavallo dell’eros desiderante, quello dell’ira trainante, il thymòs (che potrebbe tradursi nell’es/id freudiano, così come il dàimon socratico echeggia molto il superego), governati da un auriga ragionevole, il lògos. Per i Greci la saggezza era importante, come prudenza, la phronesis, come sapienza, la sophia e come temperanza, la sophrosyne, ma vi era posto anche per una certa forma di follia, la manìa, per l’entusiasmo dionisiaco delle Eumenidi e dei Coribanti. La conoscenza dei misteri apparteneva alla Pizia e alle Sibille, che venivano prese da Apollo. La psicologia moderna e le neuroscienze dicono di un’unità psicofisica della persona umana, ma resta ancora molto da studiare e da scoprire.

E io, che me ne vo nella giornata d’autunno, da chi son preso?

Mi vengono incontro corsi d’acqua e radure, sfondi di grandi alberi e un vento leggero, come il manifestarsi di Atena a Nausicaa, o dello Spirito di Dio a Mosè.

Oh, lontana cerchia delle montagne mi ricordi che lo scenario della mia esistenza è tra voi ricompreso. Vi ho viste da bambino, sognate, percorse e poi ascese. Dalle vostre cime ho guardato tutt’intorno il mondo e poi, a sud, il baluginare indistinto della marina. Come funziona il ricordo e la memoria, come funziona questo corpo fragile e potente? Quando accadde che lo sguardo nostro di umani si è schiarito nell’autocoscienza? Fu un lampo, com’è il pensiero tra due lunghe notti (Poincarè), o un lungo percorso? Fino a che punto siamo consapevoli, e quanto di noi è a noi oscuramente determinato dalla Sorte? O Fato? O Destino? Vi è una forma di predestinazione come Agostino immaginava, imitato duramente da frate Martino?

Un dono son le nuvole nella serenità del cielo, che prelude frescure al crepuscolo veniente.

 

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