Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Là dove appaiono gli eterni “essenti”

Conosciamo il modo con cui funzionano i sensi, e il flusso razionale del pensiero, che analizza, compara, sintetizza e trova analogie. Inventa i linguaggi e i nomi delle cose. Ogni fatto che accade è per sempre sub specie aeternitatis, eterno.

L’eternità è dove eternamente appaiono gli essenti (Severino, Barzaghi, io stesso). Neppur Dio può far non esser-stato ciò-che-è-stato, perché l’istante, il nunc che è dentro il tempo è fuori, nell’eterno. Ciò-che-è-stato  in quanto posto nel de-stino, è.

Mi raccontano di un uomo che va in cerca dei sapori, e continuamente muove il suo pensiero verso luoghi, i più remoti. Non supera quasi mai i bordi della Terra del confine, che è piccola e immensa nell’istesso tempo, senza che ciò significhi smentire il principio logico di non contraddizione. Ossimorico eterno. Lui va in cerca di sapori. E trova anche colori e suoni e odori, e tocca ciò che trova. Ogni tanto anch’io giro per valli e convalli in cerca del mistero, fermandomi nel silenzio alto dei piccoli cimiteri che attendono la neve. Ma lui persiste, insieme con una donna che scava in cerca di frammenti del tempo. Lui persiste, girando in auto per ovunque strade discoste trova e insegne di presenza. E si ferma agli ostelli della degustazione, proprio là dove ci sono antichi usci di legno e imposte venerande, fatte di castagno.

Antichi sapori e sopori escono dai banchi di ciliegio del mercante. “Non ho più quel formaggio, bisogna aspettar due mesi“. Neanche una parola, talora, perché basta lo sguardo. E si cambia valle, da quelle antichissime scavate dall’Erbezzo e dal Natisone, alla Sella di Carnizza che porta pel valico all’arcana Val di Resia, profumi d’aglio e scorci tra le nebbie del Canin, là in fondo. I grandi boschi sotto le montagne nascondono al viandante che guarda ma non vede, luoghi: lui li trova con la pazienza lenta del cammino, a sopravvivere, come suo padre un tempo, nella steppa innevata del Don.

Cambia la valle, cambiano i colori, è spiovuto e i pini grondano in attesa di brume del tardo autunno. Le ombre che scendono lo invitano a tornare. Sarà un altro giorno, e ancora sarà per le convalli a Nord, verso gli altissimi paesi saurani sopra le acque del Lumiei. La potenza appare nelle pietre esauste dell’abisso, dove rombano acque. Andreis, Poffabro.

Alfine la ricerca degli eterni porta il viandante oltre, dove perennemente tornano gli eterni. homo viator

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