Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

La Val d’Ayas e altre storie

Val d'AyasCaro viandante che contempli l’inverno,

da Champoluc le strade portano in alto, al villaggio dei Walser. Antiche leggende narrano di transumanze. Popolazioni venute dal nord, lì come dalle mie parti. Lassù vivono in case di pietra e di larice, aspettando la luce del giorno e il suo scomparire. Hanno nel muro la finestra dell’anima, perché le persone preferiscono morire in casa quando viene il momento, e allora lasciano un pertugio perché l’anima possa andare a confondersi con le nuvole alte, nel cielo. Un frullo d’uccello ogni tanto.

Lungo il Tagliamento silenziose chiesette affrescate, a Provesano una Crocefissione di Gianfrancesco da Tolmezzo e un’altra a Baseglia di Spilimbergo, di Pomponio Amalteo, genero di Antonio de Sacchis, detto il Pordenone. Mi fermo a contemplare un’ancona quattrocentesca della Madonna in un angolo della campagna.

Domenica pomeriggio, il vecchio amico mi cattura per un giro silente, che finisce al Sacrario austro-tedesco di Pinzano. Tanti son morti lì nel 1917. Il Tagliamento smeraldino scorre nella forra profonda e si perde nelle brume invernine verso il mare.

Vorrei fare un giro a oriente, lungo la strada che da Masarolis porta verso il Campo di Bonis, in mezzo alle boscaglie profonde, dove gironzola l’orso e le stelle sono alte. Là si trova il Sentiero delle sette cascate, dove, dicono i vecchi, si possano fare incontri strani, perché negli anfratti più fondi vivono le fate delle acque, non so se lis agànis o le krivapète, ma non importa. Ogni tanto, mi è parso di sentire il loro canto lontano, oltre le colline del confine, perché questa è la Terra del Confine.

 

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