PECCATO MORTALE
per la dottrina classica il peccato mortale si configura come conseguenza morale di un atto malo ove vi sia: a) materia grave, b) piena avvertenza, c) deliberato consenso. Tali condizioni valgono anche per il processo di diritto penale. Vuol dire che occorre un atto di certa e grave malvagità, che chi lo compie sia pienamente in sé mentre lo compie, e che mentre lo compie il suo libero arbitrio sia il più possibile capace di decidere (per l’azione mala).
Se così è, pur data forse una fragilità psicologica del panettiere napoletano che si è suicidato un paio di giorni fa, quando un ispettore del lavoro gli ha intimato una multa di 2000€ per avere fatto lavorare a nero sua moglie in negozio, quel’ispettore o il suo capo hanno commesso PECCATO MORTALE.
Ma basta, burocrazia cieca e sorda e crudele!!! Basta basta basta basta basta basta basta… mi sono incantato impazzito come Jack Torrence all’Overlook Hotel nel Montana.
Basta.
Gira la storia? Gira la storia? Ripeto: gira la storia, cazzo?
Non se ne può più della cecità colpevole della burocrazia. Cecità spirituale, la più grave, grave come l’orgoglio spirituale, come la superbia, peccato dei peccati. Pentitevi e cambiate, burocrati, vergogna vergogna vergogna.
Sia finita così e questo peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, sia punito.
All’inferno, dove c’è pianto e stridor di denti.
Post correlati
0 Comments