Ipocondriaci eu-stressati e ipercondriaci di-stressati
L’affanno del successo e del potere rende ottusi. E questo stato gli impedisce di accorgersene, essendo un circolo vizioso, fintantoché non si chiedono il perché di tanto affanno, se ne valga la pena… e allora si accende una luce che illumina, dando consapevolezza dello stato delle cose.
Abbiamo ipocondriaci che pensano di essere beneficamente stressati, ed ipercondriaci che pensano il contrario. I primi si lamentano sempre a volte compiacendosi del proprio stare, i secondi “non hanno mai problemi” ma si comportano come se li avessero.
Ne conosco a iosa: sbagliati, poverini, gli uni e gli altri. Ancora: i primi non riescono a uscire dal circolo vizioso della mania di persecuzione che gli dà perfino piacere; i secondi si compiacciono della loro vanagloria chiedendosi perché gli resta tra i denti un po’ di angoscia.
Sono due estremi che rischiano di compenetrarsi pericolosamente: tra l’altro, la gestualità degli uni e degli altri finisce con l’essere abbastanza analoga, perché disturbata, finta, innaturale.
Che sia forse meglio accettare il normale stress da vita umana, evitando di cercare scuse o colpevoli della propria condizione, dando valore al dolore e alla lotta, alla fatica e al nascondimento?
Il silenzio può aiutare. La meditazione come attesa della risposta alla preghiera che rivolgiamo all’Eterno padre.
Allora possiamo anche scivolare via senza disturbare, soprattutto noi stessi (perché è vero che disturbiamo noi stessi, eccome!), e poi anche gli altri, che non ci aspettavano. Sperando che anche loro pensino, prima o poi, di non essere attesi.
E forse di disturbare un po’, anche loro.
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