Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

U-mani

la manoNon o se la mano ci renda troppo u-mani, ma noi umani abbiamo le mani e per questo, soprattutto, siamo u-mani (gioco linguistico di Derrida). Nel bene nel  male che ci appartiene.

Con le mani provviste di pollice opponibile noi sviluppiamo ogni azione e il cervello si nutre di nuove informazioni, che restituisce anche prima del nostro esserne coscienti.

Addirittura il nome greco di “mano“, “chéir” ha dato il nome alla più sublime delle arti mediche, la chir-urgia.

Con le mani prendiamo oggetti, offendiamo, tiriamo vicino, allontaniamo, con le mani siamo in grado di scrivere, comporre musica, suonare, dipingere, scolpire, levigare, chiamare, lavorare, scegliere, alzare, cullare un bimbo e uccidere, essere levatrice di neonati e seppellire il padre, amare e odiare: siamo in grado di fare tutto ciò che fisicamente sotto il cielo ci  è possibile, e che il saggio ebreo Qoèlet insegna come tale.

Il verbo latino prehendo, afferro, ha a che fare con le mani, ma poi segue una famiglia di azioni e di verbi: sor-prendere, com-prendere, ri-prendere, ap-prendere, intra-prendere, perfino im-presa.

Ah, le mani, gli umani bi-mani, destrimani, mancini (come Maradona) e ambidestri (come Rivera), parenti dei quadr-umani, che a volte son più umani degli u-mani!

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