I “burocretini”
Caro lettor d’inizio primavera,
mio papà, quando doveva spiegarmi di uno che “se la tirava” ma non valeva niente mi diceva sempre: “Chel lì al’è un grȃt par sore il mùs” (trad. dal friulano: quello lì è un grado sopra l’asino, con tutto il rispetto per il nobile animale, ndr).
Uno del genere mi è sempre sembrato il “caporal maggiore” (urca che grado!) Salvatore Parolisi, quello condannato per l’omicidio di sua moglie. Mi faceva venire l’orticaria quando in tv lo inquadravano mentre spiegava e spiegava la sua agli inquirenti. Due neuroni e mezzo e uno di regalo.
Bene. Mi hanno raccontato un aneddoto che condivido con i miei pazienti ospiti serali: l’11 prossimo nel mio paese natal Rivignano terrò una conferenza storico-teologica su “Gli angeli, come sostanze separate nella tradizione greco-latina e giudaico-cristiana“.
Sono stati diffusi dei volantini autoprodotti dai due sodalizi organizzatori, il Caffè Letterario “Le Risorgive” di Rivignano e il Cafè Filosofico “autentica/ mente” di Codroipo.
La presidente di Codroipo li ha portati all’Ufficio cultura del Comune, affinché fossero messi in bacheca e le è stato impedito, perché loro “mettono fuori solo le cose loro“. Aaah, le cose loro. E quali sono? Quelle da caporal maggiore, quelle che gli consentono le mostrine di fedelissimi pubblici dipendenti? Quelle che gli servono per far vedere che lì comandano loro?
Ogni umano che sta dietro un banco o uno sportello si sente almeno “caporal maggiore“, burocratino. O “burocretino“?
Grazie a Dio vi sono eccezioni.
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