Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

la “u”

uLa vocale “u” a me suona cupa (infatti nel lemma “cupa” c’è la “u”). Se dovessi darle un colore forse le attribuirei un crepuscolare viola scuro, di alba o tramonto che sia, non importa.

Le vocali fanno parte integrante delle lingue indoeuropee, dal sanscrito, al greco antico, al latino, all’italiano. Sono meno presenti nelle lingue del ceppo germanico e del ceppo slavo, idiomi più consonantici. Nelle lingue semitiche come l’ebraico e l’aramaico sono graficamente assenti, ma si pronunziano, dando colore al suono… e mi fermo qui.

Ma ciò che mi interessa è sottolineare l’importanza della “u” in due lemmi latino-italiani che differiscono solo per la posizione della “u” stessa nel termine: “causalità” e “casualità“. Ebbene: le due parole differiscono solo per una metatesi della “u“, anteposta o posposta alla “s“.

Il fatto più straordinario è che questa metatesi descrive due nozioni, due filosofie, due visioni del mondo e delle cose completamente opposte: la causalità dice di un nesso necessario degli accadimenti, e quindi degli effetti di una “causa“; la casualità dice di un’assenza totale di nessi per cui le cose accadono. Alle spalle delle due visioni del mondo vi sono due correnti filosofiche distinte e distanti: da un lato di coloro che non ammettono la possibilità di effetti senza cause, anche non conoscibili (Platone, Aristotele, Kant, Hegel, Descartes, Spinoza, Tommaso, Agostino, Leibniz, e altri ancora), dall’altro lato di coloro che ritengono gli effetti frutto di un meccanicismo incomprensibile e… casuale (Democrito, Epicuro, Hume, per alcuni aspetti Nietzsche, e altri ancora).

Le dottrine della meccanica quantistica e della relatività generale del ‘900 (Heisenberg, Planck, Dirac, Schroedinger, De Broglie, Einstein,…) ci raccontano un’altra storia: che le microparticelle osservate dall’uomo hanno comportamenti e traiettorie imprevedibili e che il tempo esiste solo in relazione allo spazio il quale, curvandosi, si espande.

Per esempio, mi sembra che, tra gli altri fenomeni osservabili, l’effetto Doppler della deviazione verso il rosso dei raggi ultravioletti, ci suggerisca come dobbiamo ancora, umilmente, dichiarare la nostra ignoranza “tecnica“, rifuggendo da quell’ignoranza che ci può fregare per mancanza di umiltà, quella che ci perde.

Post correlati

0 Comments

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>