Neurotrasmettitori “economici”
Dall’articolo di Allan Sanfey “The neural basis of economic decision-making in the ultimatum game“, pubblicato su Science nel 2003, si sono sviluppate molte ricerche in tema di biologia e psicologia dell’economia, tenendo anche conto della teoria generale dei giochi.
Sembra dunque certo che l’empatia, cioè quella capacità umana di entrare in contato emotivo con gli altri, che biologicamente vede l’attivazione nelle aree cerebrali di neurotrasmettitori come la serotonina e l’ ossitocina, sia determinante (cf. anche Oxytocin Increases Generosity in Humans, di Zak, Stanton e Ahmadi pubblicato nel 2007) anche nelle scelte economiche.
In altre parole, sembra che l’uomo non sia disponibile a “fare affari” o a collaborare con chi non riesce ad accogliere empaticamente, perché ritenuto egoista, e quindi sgradevole: per questo si fanno i pranzi e le cene d’affari.
Nella mia esperienza trovo che funzioni proprio così. Se posso evito di collaborare con chi ritengo particolarmente egotico, autocentrato, autoreferenziale, narcisista, superbo.
E se non posso evitarlo, applico l’insegnamento del Maestro di Nazareth, che suggerisce di essere astuti come il serpente e accorti come la volpe, sgattaiolando e, se serve, dissimulando in maniera molto sana ciò che non è il caso di dire con assoluta trasparenza, perché sarebbe interpretata banalmente come debolezza.
La vera forza è la sapiente resistenza.
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