Il “posto al sole”
Traggo spunto da una nota telenovela che si differenzia nel titolo solo per l’articolo indeterminativo “un“. Come avevano intuito gli antichi scienziati-filosofi e come ben ci ha spiegato Darwin a metà ‘800, tutti i viventi cercano un posto al sole, per sopravvivere e poi… vivere (se possibile, bene). Come le piante troppo vicine tra loro si “battono” per emergere alla luce e chi non ce la fa, farà da sottobosco, se non soccombe, così gli animali senzienti e psico-sensibili, tra i quali l’uomo.
Abbiamo gli scontri frontali tra i grandi ungulati maschi di montagna, e abbiamo la competizione nelle organizzazioni umane. Eccome! Anche dove queste si negano, o i competitori si schermiscono, vi sono le lotte, che si combattono con tutte le armi e, nel caso degli umani, anche con quelle più subdole della dissimulazione e dell’inganno. E, a volte, della denigrazione e della calunnia. Talora la competizione è chiara come in un incontro di boxe o di arti marziali, o come in una corsa veloce o di fondo, dove c’è uno contro tutti gli altri e -ugualmente- ciascun altro contro tutti.
Di contro, nelle organizzazioni umane, dove si dovrebbe principalmente collaborare per la riuscita del progetto condiviso, spesso nascono conflitti intestini, che vanno oltre la normale competizione nella quale si misurano profili professionali simili, per l’assunzione di maggiori responsabilità. A volte, i più cinici e capaci di andare oltre il rispetto dovuto ai colleghi, operano e brigano in modo da mettere in cattiva luce chi potrebbe “vincerli” sul piano della qualità personale e professionale, al fine di acquisire la posizione preminente. A volte riescono in questo anche persone di per sé mediocri: basta esaminare il desolante scenario della politica, nazionale e a volte anche locale.
Duole di più, almeno a me, che ciò accada anche nelle associazioni dove il lavoro comune dovrebbe essere più disinteressato, perché volontaristico e sostanzialmente gratuito. Anche lì non manca la dissimulazione e l’inganno, se serve mascherato di schermi e di profusioni di stima, perfino in luoghi dove si professa la ricerca legata alla dimensione e al sapere filosofico, tutto ciò al fine di trovare un “posto al sole“.
Dispiace, ma si va oltre (vado oltre), alla ricerca del bene.
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