La via della vita
Lavorando sul batterio Escherichia Coli i ricercatori californiani di La Jalle guidati da Floyd E. Romesberg hanno aggiunto due lettere (X, molecola dNaM, e Y, molecola d5SICS) alle quattro A-C e G-T già note, perché costituenti le basi della doppia elica del DNA, l’Acido Desossiribonucleico, scoperte nel 1953.
I giornali già titolano “La prova che l’uomo può costruirsi la vita“, enfatizzando, al solito, la notizia, quasi per dire che saremo presto in grado di costruire un essere umano in provetta, ma senza la fecondazione, naturale o ausiliata che sia. Non è così.
Dal 1953, quando Watson e Crick definirono la doppia elica del DNA al 1997, quando si terminò la mappatura dei geni del lievito di birra, sono stati fatti passi enormi nella ricerca sulla struttura del vivente, ma la strada è ancora lunghissima.
Innanzitutto va chiarito che la scoperta non rende l’uomo-(un)-Dio, come qualche esaltato già vocifera, ma costituisce un passo in avanti della ricerca sulla materia vivente, risultato di una collaborazione interdisciplinare tra i saperi chimico-fisici e biologici.
Il professor Edoardo Boncinelli lo spiega bene: “(…) si vorranno fare batteri, capaci di sempre nuove funzioni che potranno ritornarci utili: disinquinare l’aria e l’acqua, produrre biocombustibili e sostanze utili a costi più bassi. L’ecostostenibilità del mondo prossimo venturo dipenderà anche da queste scoperte applicate. Non vedo l’utilità di costruire organismi superiori e spero non lo si faccia.” (Corsera del 9 Maggio 2014).
Aggiungo: non solo sarebbe inutile, ma immorale e pericoloso: basti solo pensare a un utilizzo selettivo e neo-razzistico, tipico di filosofie malate, che abbiamo già conosciuto.
Post correlati
0 Comments