Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Le limpide acque

torrente_Resia…del torrente Resia scrosciano tra i sassi bianchi,

Paesaggi di boschi e di grandi montagne silenti tutt’intorno, mentre contempli l’aria mattutina e il rintocco dell’ora. Contempli i suoni e osservi il vento che muove le fronde verdissime della faggeta.

Il saluto del viandante ti accompagna, nessuno ti guarda male, un sorriso, un orgoglioso sentirsi popolo antico della Rezijske Doline.

Non sloveni, ma resiani alto-slavi. Il sindaco mi regala una copia dei vangeli tradotti in resiano da lui stesso: Uängëlë pu rosajanskë.

Viaggio verso la valle in cerca di antiche strade spirituali. Il piccolo cimitero dove si ripetono pochi nomi accoglie per una sosta e una meditazione, scorrendo i vialetti e le foto, le date, le brevi epigrafi, di storie antiche, di inverni e neve silenziosa che scende.

L’assenza risuona come remota lontananza, ripetuta nel ritmo del ballo: rimandi a canone quasi ossessivamente… la zytyra e la bunkula a dar forza a piedi roteanti.

E torno e tornerò lassù dove la valle non finisce altrove, ma si ferma ai piedi della muraglia di granito del Canin, a memorare il canto alpino “Dopo tre giorni di strada ferrata/ ed altri due di lungo cammino/ siamo arrivati sul Monte Canino/, su su correte è l’ora di partir“.

Come sempre è l’ora di partir, per dove non si sa. Sempre oltre, e più in alto, con il bastone in mano e la cinta ai fianchi. Poche cose nella bisaccia, l’essenziale, che appartiene all’essenza, acqua di fonte e il passo il passo il passo, fino al lento oscurarsi della valle, fino al silenzio del sonno, fino al respiro dell’anima, in fondo.

In alto, dove rotea l’aquila veleggiando nella corrente.

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