Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Oltre il limite o dentro?

2carlo-lissiCaro lettor del primo meriggio.

Carlo Lissi ha ucciso a coltellate la moglie e i due figlioletti, perché aveva una passione per un’altra donna, ha detto. A Motta Visconti, nei dintorni di Milano è accaduto un fatto che mette in questione molti convincimenti radicati nel comune sentire. Un uomo giovane, professionista informatico, sposato con una donna economicamente autonoma, bella casa, due figli, li ammazza e poi va da amici a vedere la partita dell’Italia.

Torna a casa, chiama i carabinieri, si mette a disposizione, regge una trentina di ore e poi crolla confessando tutto, e chiedendo il massimo della pena, che in Italia è l’ergastolo, per crimini particolarmente efferati, come questo.

Chi è quest’uomo? Chi è ciascuno di noi? Dove si colloca il confine tra una certa “normalità“, che solitamente dà una sorta di sicurezza, e la possibilità di concepire e attuare un omicidio triplice dei propri più cari, della famiglia. Che possano nascere passioni non v’è dubbio: porto anch’io i segni di qualcosa, ma che una passione provochi tale devastazione mi lascia cognitivamente inerme. Qui non si tratta neppure di un caso “à la Parolisi“, dove il livello intellettivo era quello che era, almeno penso: tra un informatico e quel caporal maggiore forse ci sono quaranta punti di Q.I. su “scala Binet“.

Ma l’intelligenza in qualche modo misurabile non dice tutto, anzi: qui entrano in campo altre forze, più oscure, quelle che stanno nella caverna delle passioni, proprio nel suo fondo, e sono indistinguibili dal retaggio ferino delle origini. Alla fine emerge l’uomo della pietra e della clava che siamo rimasti. Mi piacerebbe conoscer su ciò l’opinione di Boncinelli o della Churchland.

Vien da dire anche che nessuna scienza dell’uomo riesce, non dico a spiegare, ma almeno a creare un’area di comprensione per atti del genere: non la psicologia, non la morale, non la religione naturale, non l’antropologia culturale e filosofica, non… le neuroscienze, almeno allo stato delle conoscenze attuali. Dio non voglia che venga un giorno, ma se verrà, allora neppur Dio si può dare come plausibile, un giorno in cui si sappia che solo le neuroscienze possono spiegare, come cause meramente elettrochimiche, quanto accaduto nel cervello e nella mente deliberante di quel disgraziato.

Possiamo anche registrare il quasi contemporaneo arresto dell’assassino di Yara, uomo double face, leccatino e ambiguo, copiatore di massime filosofiche da facebook. Papà e animalista. La famiglia è molto malata, con aspetti di cronicità su cui riflettere.

Ovvero, Dio sa come funzioniamo: intanto possiamo fare una cosa: pregare.

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