la rabbia e il dolore
C’è un fiore di campo
ch’è nato in miniera
per soli pochi giorni
lo stettero a guardar
di un pianto suo dolce
sfiorì in una sera
a nulla le nere mani
valsero a salvar.
Sfiorisci bel fiore
sfiorisci amore mio
che a morir d’amore
c’è tempo lo sai.
Cantavano anni fa Enzo e Francesco. Ora la rabbia e il dolore mi prendono.
Per i tre ragazzi israeliani uccisi, Naftali, Eyal e Gilad, e per Mohamed, il palestinese.
Ma anche per Yara e per Samuele, per Susy e suo figlio, per Meredith, per Sarah e i figli di Carlo Lissi e la loro mamma.
Per i genitori e il fratello di Ferdinando Carretta, per mamma e papà di Pietro Maso.
Per Melania, uccisa dal caporale cretino, per le donne ammazzate da Donato Bilancia, per Denise Pipitone e per Angela Celentano.
Chi sono i mangiatori di ghiande che hanno ucciso i corpi di queste donne e di questi bambini?
Chi sono questi freddi, anempatici, meritevoli di essere toccati da Cyrano, Don Quijote o da Tex Willer?
Dove avete l’anima spregevoli? E anche voi ladri d’accatto, ladri in grande e ladruncoli che lasciate nel deliquio i ragazzi?
Dove avete l’anima imbroglioni cinici che rubate a man salva, che vivete senza purezza di cuore? Dove l’avete?
E voi folli senza cuore che mettete le bombe e sparate su innocenti?
Rabbia e dolore in questa domenica estiva, silenziosa, perché molti son via, al mare e ai monti.
La speranza è che l’evoluzione della specie e la grazia divina concomitante operino, pazientemente, nonostante la resistenza del belluino informe, nonostante l’arroganza prepotente e proterva dei superbi, finché saranno sconfitti.
E’ solo questione di tempo.
Post correlati
0 Comments