l’odore del tempo
Caro lettor agostano e gentile lettrice,
sentire come un’eco lontana di tua sorella che dice, annusando un golfino della mamma “Ce bon odôr di mame“.
Oppure ancora il racconto di un tempo lontano e favoloso, vissuto sulle montagne del confine, la mamma e il papà andati via troppo presto, e la nonna onnipresente, vicaria, potente.
Ecco son passati gli anni in quella casa, silente come il tempo che non esiste, i passi della nonna risuonano nella mente come in un eterno presente, che lo sguardo di Dio protegge. Ecco, in questa estate strana, aprendo un armadio, si può sentire l’odore del tempo non-tempo che resta, senza mai cadere nel nulla.
Si può sentire lontane voci, che risuonano nell’anima, come se fossero state appena emesse, ma sono le voci di dentro, che ci costituiscono, come una genetica spirituale. Noi ricordiamo (cioè recuperiamo attraverso il cuore, cor, cordis latino) ciò che poi la memoria (mens, mnemoysne) ci offre alla coscienza, cosicché tutto è presente, tutto ritorna, perché non è mai andato via.
Eternamente sta ciò che abbiamo vissuto, poiché ricordando lo viviamo ora presente, come una fotografia che coglie l’istante, cioè l’eternità. L’odore della nonna, il ricordo della mamma giovane è l’odore del tempo che, non esistendo, persiste nella nostra mente affettiva, nel nostro ricordo senza confini.
Un tempo ne La cerchia delle montagne (Ed. Arti Grafiche Friulane, Tavagnacco 1998,p. 75), scrivevo:
IL GRANAIO DEI SOGNI
“Nessuno spezzi il diamante/ che disegna il filo dei sogni/ la traccia che conduce alla stanza delle meraviglie/ dove ci sono bauli e casse misteriose/ e il pulviscolo trasluce nel raggio meridiano/ del sole,/
e scricchiolii/ accompagnano i passi/ sul pavimento di legno/
dove/ se si fa silenzio/ puoi rivederti bambino/ e sentire i richiami della mamma giovane,/ imbatterti negli occhi del padre/ increduli,/
dove/ si nascondono i sogni.”
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