Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

L’ominizzazione e i cinque gradi dell’egoismo

maleducazioneCaro lettore d’una bella giornata agostana,

siamo diventati quello che siamo (chi più chi meno), vale a  dire dei grandi primati intelligenti-autoconsapevoli (?) forse in qualche milione di anni, come hanno solo intuito alcuni tra i filosofi-scienziati antichi e, molto meglio detto e scritto Darwin, Lombroso (chissà?), Gould… fino a Boncinelli.

Sulla nostra “ominizzazione” come processo nulla dice il Grande Libro se non riportare il Mito edenico, che comunque sim-boleggia aspetti molto importanti della vita naturale e quindi umana: il rapporto con il mondo mediante l’incarico di Dio ad Adamo di “dare-i-nomi-agli-animali” (il mandato); la relazione uomo-donna come struttura indispensabile per la vita stessa; la nozione di un ethos, di una morale non soggettiva, ma universale, includente (l’albero del bene e del male), rispettosa di tutti gli esseri umani e della natura; il limite dell’agire umano mediante il tema del peccato originale e originante, che dice la superbia come principio dei vizi, di tutti i vizi, in quanto peccato (mancare il bersaglio del bene, awol, ebr.) di presunzione, arroganza, protervia, prepotenza (Cfr. N. Bobbio in L’elogio della mitezza).

Se evoluzione vi è stata dalla ferinità iniziale, dall’Homo Erectus che scruta la savana e costruisce oggetti e armi con il pollice opponibile, sviluppando neuroni, sinapsi e intelligenza, vi son fatti osservabili nel quotidiano che fanno talora pensare a uno processo diseguale degli esseri umani, proprio a livello biologico, non psico-socio-comportamentale.

Ebbene sì, questa mia è una battaglia, piccola, ristretta, ma lo è fino in fondo: contro gli idioti-cretini-oligofrenici (gnnn, il loro borborigmo gutturale) che buttano dai finestrini delle auto in corsa ogni immondizia, cioè contenitore di bene consumato: bottiglie di plastica, scatole di sigarette, cartoni di succhi di frutta…

Ma, se così fosse, se -cioè- fossero dei ritardati nel processo evolutivo, sarebbero incolpevoli, in quanto non in grado di “intendere e volere”, e perciò innocenti. E, anche se colpevoli dei più gravi misfatti, sarebbero innocenti ai sensi del diritto penale ordinario.

E no, troppo comodo. Proviamo allora, visto che costoro se ne fregano degli altri e dell’ambiente come bene comune, a mediare una specie di tassonomia dell’egoismo in cinque gradienti, quasi fosse una sorta di “scala Likert”.

Abbiamo a un livello 1, diciamo, una specie di autoreferenzialità, connotazione non negativa se moderata (serve un po’ anche all’autodifesa); al livello 2 potremmo collocare un certo egocentrismo, e qui bisogna già stare un poco in guardia; al terzo livello ecco l’egoismo, che, qualche volta, può essere sano, ma con garbo; al 4 eccoci all’egoità, un egocentrismo accentuato e pericoloso; al 5 vi è l’egolatria, una vera manifestazione del vizio di superbia che facilmente dà luogo a manipolazione e crimine. Allontaniamoci dagli egolatri, evitiamoli, ovunque siano, ché non sbagliano mai e son specialisti a farti passare dalla parte del torto.

Bene: a che livello o categoria ascriviamo gli sporcaccioni di cui sopra? Nella loro funerea ignoranza colpevole, senz’altro ai livello 4 e 5.

De humana bestialitate necesse disceptandum.

Post correlati

0 Comments

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>