Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Sette, ciarlatani e sedicenti “guru”

cazzateCaro lettore,

questi sono tempi nei quali le sette (probabilmente dal latino sequor, o sector, cioè seguire, anche se qualcuno sostiene derivi da secare, cioè separare, a mio parere non implausibile, perché le sette separano: si pensi ai pericolosi ambienti di Dianetics) e strane forme di aggregazione proliferano come funghi nell’umidità. Ve ne sono di tutti i colori e per tutti i gusti: magari più per persone di bocca buona, perditempo e ingenui, numerosi in tutti i contesti sociali e, duole dirlo, di varia cultura formale (in altre parole sono adescabili anche diplomati e laureati, da guru senza scrupoli, maghi e sedicenti “maestri di vita”). Questo elenco di ambigui personaggi, che spesso Striscia la notizia smaschera, comprende figuri da Vanna Marchi al Mago Otelma, a… chi vuoi tu.

Vi sono sette di origine orientale, superficialmente ispirate a un pot pourrì di credenze hindu-buddiste o taoiste, portate in Occidente a fine ‘800 da Vivekananda e altri; si annnovera tra queste la Società antroposofica di Madame Blavatsky e del colonnello Olcott (1875), capace di diffondere, come annota l’antropologa Cecilia Gatto Trocchi, “nozioni annacquate e fascinose di Induismo, Yoga e Buddismo“; Buddhismo tibetano e Zen, Arancioni seguaci di Bhagwan Shree Raineesh, che si faceva chiamare Osho, furbissimo e opportunista, dediti a una sorta di tantrismo libertino e confuso; psicosette come quelle che si richiamano alla New Age, miscuglio indefinibile di ambientalismo, world music ed esoterismi vari; di Scientology s’è  detto e scritto perfin troppo: una psicosetta religiosa fondata da uno scrittore di fantascienza, e che dire?

Meccanici che fanno i filosofi, ciabattini che si fingono medici, formatori improvvisati e presuntuosi… Abbiamo la nebulosa esoterica, l’occultismo, lo spiritismo, il neopaganesimo e il satanismo, spesso intrecciati e confusi in un pericoloso gioco di specchi che fa l’occhiolino al preternaturale, al parapsicologico, al magico.

Un pensiero debolissimo preda di emozioni superficiali e a volte pericolosamente fuori controllo, in certi ambienti apre la strada a derive di irrazionalità e fanatismo di cui essere consapevoli e diffidare.

In un contesto così torbido, si inseriscono personaggi di ambigua provenienza e di incerta formazione, che propongono corsi a pagamento, dopo avere tenuto conferenze gratuite.

Questa sera ho volutamente sperimentato a Portogruaro una di queste opportunità, e mi sono trovato davanti, tutt’intorno un pubblico silenzioso e, mi è parso, indifeso, un “guru” alto come me, più magro, aria sofferta e ieratica, rapato a zero come un Hare Krishna, abile affabulatore per gruppi di persone di un certo tipo, affascinate da un tono basso, un sapiente uso delle pause, e una ridda di “ricette” e “ricettine” sul “buon vivere”. Narrandosi, ha detto che “la psicologia è un sapere distante dalla realtà”, e altre facezie del genere, il pubblico sempre silenzioso e incapace di qualsiasi reazione.
Alla mia domanda sulle fonti, la bibliografia, gli “antichi” (che per lui sono i guru Indù fin dai Rig Veda o improbabili “studiosi” americani dove con i quali lui per decenni si sarebbe “formato”) e sull’esperimento psico-fisico con neonati, mi ha risposto evasivamente, ma con tono ispirato. Ho lasciato perdere, già prodigo di troppo del mio prezioso tempo per un’ora dedicato a banalità tanto disarmanti.

Sapendo che non esistono ricette per la buona vita, ma solo la riflessione intellettuale libera e soggettiva, nutrita dal confronto relazionale, mi sono sottratto alla pena di assistere alle iscrizioni a un corso sull’autostima. Il “vate” di cui qui parlo si configura come un personaggio capace di traccheggiare senza imbarazzi tra notevoli svarioni espressivi e concettuali, in un fluire discorsivo manipolatorio e, come si dice, “assertivo”, pur se spesso zoppicante nella consecutio temporum e nella logica argomentativa, all’inizio e alla fine della performance supportato da un mellifluo e generico presentatore.

Parlando del tempo e dello spazio gli è capitato di citare il Libro XI delle Confessiones di Agostino sul tema della soggettività e del sentimento kairologico, ignorando la fonte. E altro che qui taccio, di sgradevole. Così basti.

mago magò

Buona notte.

Post correlati

1 Comments

  1. Che cosa differenzia una setta da una religione? = La mia religione (la mia) è giusta e le altre sono sbagliate? Il Cristianesimo all’inizio fu una separazione dall’Ebraismo. Per i Cristiani Gesù è il Messia…gli ebrei son lì che aspettano…
    Quando un gruppo è grande come il Cattolicesimo o l’Islam allora è una religione…quando è piccolo è una setta? Che differenza fa se uno viene guarito da Padre Pio e un altro da Sai Baba?

Leave a Reply

XHTML: You can use these tags: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>