Mia cugina Lucilla è andata via
Lucilla era l’unica figlia di Anna Pilutti (la zia Anute), sorella maggiore di mio padre Pietro, che aveva sposato l’Aldo Morlacchi, fabbro socialista milanese, tifoso scaligero del “Verdi” e non del “Wagner”, pronunciato da lui sempre all’italiana, senza la distinzione fonetica, tipicamente germanica, tra le consonanti “g” e “n”.
Lucilla era la mia cugina maggiore. Come voleva bene a mia mamma, che chiamava “zia Luisa”… e allo zio Pietro, mio papà! A me, a mia sorella Marina. Da ragazza veniva a Rivignano, in estate. Se n’è andata in silenzio, la mattina di giovedì scorso, io l’ho saputo poc’anzi. La sua urna riposerà nella sua casa, a Milano.
E’ stata una grande attrice italiana. Cito le sue “fonti” artistiche principali: Luchino Visconti (ne l’Arialda di Testori, ne Il Giardino dei ciliegi di Čechov, ne Il Gattopardo), Luigi Squarzina al teatro Stabile di Genova, e soprattutto Franco Parenti a Milano.
Mi onora elencare alcune sue interpretazioni teatrali: Uomo e superuomo di G. B. Shaw, Una delle ultime sere di carnevale di C. Goldoni, Il diavolo e il buon Dio di J.-P. Sartre, Madre Coraggio di B. Brecht, Il malato immaginario e Il tartufo di Molière, Questa sera si recita a soggetto di L. Pirandello, L’anitra selvatica di Henrik Ibsen, La palla al piede e Il gatto in tasca di G. Feydeau, l’Orestea di Eschilo, Cantico di mezzogiorno di P. Claudel, La sposa di Messina di F. Schiller, l’Alcesti di Euripide, I Turcs tal Friûl di P.P. Pasolini, Il dubbio…
cinematografiche: I fratelli Corsi (1961), Una storia milanese (1962), Il Gattopardo (1963), Un amore (1965), La bellezza del somaro (2010)
televisive: Romanzo di un maestro (1959), Ottocento (1959), Il cardinale (1960), Vita col padre e con la madre (1960), Il malato immaginario (1960), Chiamami bugiardo (1961), Giulio Cesare, di Shakespeare, con Luigi Vannucchi, Glauco Mauri e Raul Grassilli, (1965), Il fiore sotto gli occhi (1965), Addio giovinezza! (1965), La figlia del capitano (1965), La felicità domestica (1966), Il ventaglio di Lady Windermere (1966), I due rusteghi (1968), Dov’è finito Hermann Schneider? (1969), Una delle ultime sere di carnovale (1970), I giusti (1970), Tristi amori (1972), La porta sbagliata (1972), Stregoni di città (1973), La famiglia Barrett (1973), Esuli (1976), La commediante veneziana (1979), Tre anni (1983),
…riconoscimenti: Premio San Genesio (1966), migliore caratterizzazione femminile ne Il giardino dei ciliegi), Premio Eleonora Duse, per l’interpretazione ne Le serve di Jean Genet, Premio Ruggero Ruggeri, Premio IDI, Premio Ennio Flaiano.
Ho scritto un elenco di cose, di fatti, di eventi che solitamente non curo, e l’ho voluto fare per la sua umiltà, per il suo impegno artistico e civile, per la sua coerenza morale quasi ascetica, per una della mia famiglia, Lucilla.
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Moltissime delle interpretazioni di Lucilla Morlacchi ricordate nell’articolo sono fra i miei ricordi d’infanzia e anche di giovinezza. Oggi pare che tutti siano attori dialettali. Un ricordo affettuoso a un’attrice “vera”, bravissima. Addio, Lucilla Morlacchi.
Anch’io, apprendo adesso della sua morte,, la ricordo con affetto e stima, per alcune interpretazioni nella televisione degli anni 60-70 e ne Il Gattopardo di Visconti. Il ricordo e’ vivo e le sono riconoscente per quanto mi ha trasmesso, con la sua bravura e serieta’. Si, un ‘ attrice vera. Grazie Lucillaanna ma
Cara Annamaria, Lucilla era non solo una grande attrice, ma anche una bellissima persona. Ci volevamo molto bene e lei mi considerava una specie di wonderman, anche più di lei… ci divertivamo scherzando su queste cose
Renato,
Ieri sono andato al Cimitero Monumentale di Milano a cercare Lucilla. Mia madre, Garavaglia Mirella, era una sua coetanea e cara compagna di pallacanestro nel dopoguerra.
Lucilla ha frequentato casa nostra ogni volta che veniva a Torino, adorava i gnocchi alla romana e la torta di mele di mia madre, e per me era un gran piacere vederla e andarla a sentire a teatro.
Purtroppo abbiamo saputo tardi della sua morte.
Al cimitero ho trovato il suo nome nel Famedio ma non la sua tomba.
Ti chiederei se in privato mi dici di cosa è mancata e il luogo della sepoltura. Grazie
Franco
Ho rivisto l’altro giorno, il 15.9.2022 Il Gattopardo, che conoscevo solo per le scene famose e di cui mi erano ben noti i tre protagonisti principali, Lancaster, Delon e Cardinale. Mi incuriosiva capire chi Visconti avesse scelto per il ruolo di Concetta, chi fosse nel film il contraltare sentimentale della Cardinale. Ho scoperto così Lucilla Morlacchi, perfetta nel ruolo, deliziosa nel suo amore non corrisposto, nella sua rassegnazione a cedere il passo, ma al contempo la sua tenacia nel continuare ad amare per tutta la vita Tancredi. Mi sono ulteriormente incuriosito perché questa attrice mi pareva di ricordarla in altre interpretazioni , ma il ricordo era sfumato. Vado sul web e scopro che non c’è più dal 2014 !
Mi ha assalito una tristezza infinita, come se fosse morta una cara amica. Perché una grande attrice come lei, perché tale era, è stata praticamente dimenticata per anni ? O forse sono io, che pure seguo il teatro, che mi sono completamente distratto ? A me pare che, al di là della mia distrazione, neppure della sua dipartita si sia adeguatamente parlato.
Spero che prima o poi qualcuno faccia qualcosa per ricordarla, sarebbe un gesto doveroso alla sua memoria ed un’occasione di arricchimento per tutti noi
Come vede, caro avvocato Miele, qualcosa ho fatto io con questo pezzo, siccome Lucilla era la mia cugina “maggiore”, anche se lei scrive qui quasi senza notare questo fatto. Grazie comunque del suo ricordo, prof. Renato Pilutti
Era il 1978. Frequentavo l ultimo anno delle superiori all’istituto Sacro Cuore di Sale (AL). Lucilla venne da noi in classe una mattina. La invitò Adele, una mia compagna di Quargnento che la conosceva bene. Ci parlò di teatro, recitò, ci disse delle richieste di alcuni registi, dei no che lei disse. Poi chiese di spostare i banchi e di creare un vuoto al centro dell’ aula. Simulò con una maestria da acrobata una caduta in avanti. Rimanemmo senza parole. Ho rimosso molte cose ed episodi di quegli anni, ma di quella mattina il ricordo è rimasto inalterato. Ho scelto poi la carriera artistica ( non avrei mai fatto l attrice) e mi sono iscritta all Accademia di Torino. Mi dedico al disegno e alla pittura e lo farò fino in fondo.
Cara Marina, ogni ricordo che mi giunge nel… ricordo della mia carissima cugina, mi dà nel contempo gioia e malinconia: gioia per la memoria della persona che era questa donna forte, autonoma e coraggiosa, malinconia perché è mancata all’improvviso, proprio quando stavamo cercando di vederci di più e di condividere, almeno in parte, alcune nostre cose. Perché ci assomigliavamo molto, soprattutto nel pensiero e nelle scelte di vita, diversissime, ma egualmente fondate su un’etica chiara e mai ambigua.
Grazie del ricordo, Marina, e buona vita
renato pilutti