Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Tassonomie senza discernimento

landiniDai tempi di Aristotele, Democrito e Lucrezio, passando per i filosofi-scienziati del Medioevo, e poi fino a Linneo, Buffon, Mendeleyev, e ai biologi, geologi, chimici e fisici contemporanei, l’uomo ha sempre cercato di classificare le forme minerali e quelle dei viventi. Le scuole di medicina e psicologia degli ultimi trecent’anni addirittura i caratteri degli esseri umani, dallo schema a quattro temperamenti dei fisiatri settecenteschi (il nervoso, il sanguigno, il flemmatico e il collerico), ai quattro “colori” di Hermann (il giallo che corrisponde al creativo, il blu al razionale, il verde al metodico e ordinato, e il rosso all’emotivo), e alla pletora di altre suddivisioni caratterologiche odierna. Un’esigenza insopprimibile, l’espressione di un desiderio di conoscenza e chiarezza che, soprattutto quando tratta di umani, è ben lontana dal mostrarsi tale. Jung infatti, non certo l’ultimo di questi scienziati, suddivideva le persone tra tipi introversi e tipi estroversi, sapendo che poi la declinazione caratteriale e di personalità è assolutamente e irriducibilmente unica e individuale

Orbene, questo vale anche per la politica e la morale. In questo ambito c’entra la suddivisione radicale tra buoni e cattivi, onesti e disonesti, veritieri e menzogneri, in uno scenario ancora fortemente manicheo, quasi che il sistema di classificazione binario, nella sua semplicità, sia quello naturalmente preferito. E ieri, nella piazza di Napoli, durante la manifestazione della Fiom, è capitato che il leader di questa organizzazione sindacale sia caduto vittima della più vieta delle semplificazioni manichee. E pensare che Landini, in fondo, mi è anche simpatico.

Insomma, ha detto che “Il governo Renzi non gode della fiducia degli onesti“. Mi piacerebbe che Landini leggesse questo post, anche se poi si è un po’ scusato arrampicandosi sugli specchi di una dannosa, se pur doverosa, excusatio non petita, perché forse lo aiuterebbe a comprendere la sesquipedale cantonata che si è autoinflitto.

Caro Landini, lei ha sbagliato, sia sul piano formale, sia su quello sostanziale. So che lei predilige il piano sostanziale, ma le mostrerò che quello formale coincide con quello sostanziale. Infatti il cosiddetto “piano formale” non ha nulla di formalistico (è questo che lei intende, vero?), poiché rappresenta ciò che dà senso a un discorso: se lei non si preoccupa di curare almeno un poco la forma comune (e classica) del discorso, che prevede di esplicitare o di far intendere un soggetto, che agisce su qualche oggetto (sia pure se stesso), il discorso stesso risulta incomprensibile, così come le frasi debbono essere correttamente concatenate in principali e subordinate, pena la babele dei significati percepiti. Infine, sul piano meramente sostanziale, le frasi debbono avere un senso e, possibilmente, una certa qual veridicità. Bene, ora veniamo alla sua affermazione sopra citata.

Essa è connotata da vari limiti, ma proprio limiti fondamentali, sorgivi. Vediamo quali: innanzitutto bisognerebbe condividere il significato corrente di “fiducia”, fatto non scontato, e immediatamente dopo il significato corrente di “onestà”, fatto altrettanto non scontato. Ma affidiamoci pure al senso comune e andiamo oltre: 1) come fa lei ad affermare che il governo non gode della fiducia degli onesti?; e 2) lei possiede un dato numerico statistico affidabile degli onesti e sa dove sono socialmente collocati?, 3) intende che sono tutti tra i lavoratori dipendenti?, 4) se lo sapesse, sarebbe in grado di stabilire, quasi ex cathedra o a guisa di “direttore spirituale” che la persona x o quella y è onesta, sapendo dunque rigorosamente distinguere le loro qualità morali e dei comportamenti?, 4) con quali criteri, soggettivi suoi (e qui casca l’asino), oppure oggettivi in base a quale “morale”, quella della Fiom, o quella della dottrina marxista, o aristotelico-tomista, o kantiana, o di Elizabeth Anscombe (una eticista presa a caso nostra contemporanea), e  via dicendo?

Tenga, inoltre, conto che il metro di misura poi da lei esplicitato scusandosi, non è solo quello dell’onestà nel pagare le tasse: vi sono lavoratori italiani non dipendenti, me compreso, talmente oberati di tasse che, pur avendo un reddito onorevole e  conducendo una vita morigerata, sono in ritardo nel pagarle e chiedono rateizzazioni, per certo intendendo pagarle quanto prima. Forse che queste persone, me compreso, sono disoneste?

Le chiedo un penultimo sforzo: vada a leggersi quel passo del vangelo di Marco (12, 35-44) dove Gesù racconta degli  scribi e dei farisei che fanno molte offerte al tempio, e di quella povera vedova che era stata in grado di lasciare al tempio solo due miseri leptòn (una monetina del tempo corrispondente dieci centesimi di euro nostri), e dice ai discepoli che la vedova è stata più gradita al Padre che è nei cieli, perché, a differenza dei primi che offrono il superfluo, lei ha offerto ciò che le era necessario. Forse vi è qualche riflessione da fare, vero? Forse occorre avere l’umiltà di ammettere che non si conosce per nulla il cuore dell’uomo, perché è imperscrutabile, e anche a lei, vero?

Vede, caro Landini, che la sua di ieri è stata una gaffe macroscopica, certo come “voce dal sen fuggita”, ma la invito a riflettere. In realtà quella “voce sfuggitale” è forse frutto di un secolare complesso di superiorità che caratterizza spesso chi milita a “sinistra”. Conosco bene questo “complesso”, ed è uno dei più limitativi di un possibile discorso che la “sinistra” potrebbe fare agli altri. Lei sa bene che uomini di sinistra hanno compiuto storicamente dei crimini efferati, e molti altri non sono stati esenti da pratiche di malaffare, come moltissimi altri di destra, e qui non li elenco.

Pensi, infine, che io le sto parlando “da sinistra”.

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