Come spiegare l’economia ai propri figli
Un carissimo amico, che sa di economia e sa anche come parlarne, Paolo dei conti Cacitti da …, mi ha inviato il racconto… buono per bimbi e adulti, incliti e culti… così scorrevole e istruttivo, come i sussidiari di una volta, altro che il mio concettoso e a volte rompiballe procedere ragionante. Buona lettura, gentile lettore e auspici di pensieri originali e profondi, atti a superare la fogna mediatica che ci circonda… gioioso Santo Natale del Signore e tanta pace e silenzio nei vostri cuori. E ora l’incipit del racconto del conte Paolo… leggete, di grazia…
Non era un territorio molto grande ma il paesaggio era vario e lo si poteva dividere sostanzialmente in tre parti.
Una parte era vicino al mare e gli abitanti praticavano la pesca, mentre all’opposto c’era una zona collinosa che poi proseguiva con delle alte montagne disabitate. Tra queste due parti si estendeva una vasta pianura per circa la metà abitata e coltivata e per il resto disabitata.
Gli abitanti della pianura coltivavano cereali, ortaggi e possedevano animali da cortile mentre quelli che vivevano in collina e nelle pendici della montagna allevavano capre e coltivavano piccoli appezzamenti di terreno. C’erano inoltre bellissimi alberi di mele, pere e susine .
La vita per tutti era molto dura in quanto dovevano lavorare tutto il giorno per potersi sfamare e la sera cadevano esausti sui loro miseri giacigli. Quelli che stavano peggio erano i Paludosi che vivevano lungo la costa su palafitte, mangiavano sempre pesce ed erano infestati dalle zanzare.
I Padani e i Montanari se la passavano meglio in quanto la loro alimentazione era più varia ma in collina e in montagna la terra era difficile da coltivare e d’inverno faceva molto freddo.
Insomma si trattava di una Economia di sussistenza dove tutto quello che veniva prodotto veniva consumato nello stesso luogo e da quelle stesse persone.
***
Un giorno uno dei Paludosi che si chiamava Barattolo disse ai suoi amici:
”Ragazzi mi sono stufato di mangiare sempre aringhe e vivere come una rana in questa zona insalubre. Ho voglia di mangiare una bella bistecca di maiale, della frutta ed inoltre i miei figli hanno bisogno di bere latte per crescere”.
“Ma come facciamo?” gli risposero gli altri “non possiamo certo coltivare verdura o allevare una mucca in questa palude”.
“E’ vero” rispose Barattolo “ma ho un’idea. Ascoltatemi! Noi ogni giorno possiamo pescare più pesce di quanto ne consumiamo e quello in più potremmo darlo ai Padani e ai Montanari in cambio di qualche loro prodotto.”
Barattolo mise subito in pratica la sua idea e si diresse verso il centro del territorio dove vivevano i Padani per scambiare i suoi pesci con altri prodotti.
I Padani quando sentirono la proposta di Barattolo ne furono entusiasti. Infatti la terra produceva un po’ più verdure e ortaggi di quanto essi ne mangiassero e così una parte andava sprecata. Inoltre nessuno di loro aveva mai mangiato pesce ed erano curiosi di sapere che sapore avesse.
Barattolo fece quindi lo scambio e tornò a casa sua con un po’ di latte per i suoi figli e verdure per i suoi amici.
La cosa piacque molto e fu così che Barattolo smise di fare il pescatore e si mise a scambiare i prodotti dei due gruppi.
Era nato il Baratto.
Nel frattempo i figli di Barattolo erano diventati grandi e aiutarono il padre nel suo lavoro permettendo a Barattolo di andare a trovare i Montanari e proporre loro la nuova tecnica di scambio. Anche i Montanari furono favorevoli alla proposta ma la strada tra la montagna e il mare era lunga e così Barattolo e i suoi figli andarono ad abitare nel centro del Territorio e organizzarono davanti alla loro capanna gli scambi tra Padani, Montanari e Paludosi.
Erano nati i Mercanti e da una Economia di sussistenza si era passati ad una Economia di scambio
Tuttavia il baratto presentava alcun i inconvenienti.
Non era facile, infatti, scambiare una gallina con una mucca e tanto meno con una piccola parte della mucca in quanto il proprietario della mucca non aveva nessuna voglia di uccidere la povera bestia. E se anche l’avesse fatto a chi avrebbe dato tutto il resto? Avrebbe infatti dovuto trovare subito altre persone interessate ad una mucca in cambio di qualcos’altro. E se questo qualcos’altro non gli interessava in quel momento?
Inoltre le merci scambiate dovevano essere fisicamente trasportate nel luogo dello scambio con grande fatica. Un giorno un abitante della pianura di nome Frumentolo si portò due sacchi grano sulle spalle per un lungo percorso fino in montagna per scambiarli con un sacco di castagne. Ma arrivato a casa di Castagnolo scoprì che le castagne erano finite. Castagnolo avrebbe voluto avere il grano ma non aveva niente di interessante per Frumentolo da dargli in cambio.
Così il povero Frumentolo dovette ritornare a casa sua con i due sacchi di grano nelle spalle. Buttata via un’intera giornata.
Insomma la cosa funzionava abbastanza ma non troppo.
Così il Consiglio degli Anziani si riunì e chiese a Dotto, che era il più saggio di tutti, di studiare il problema e trovare una soluzione.
Dotto si mise subito al lavoro, sentì il parere dei mercanti, dei contadini, dei pescatori e di tutti quelli che erano interessati al problema.
Alla riunione successiva del Consiglio degli Anziani espose la sua idea:
“Creiamo un prodotto che sia diverso da tutti gli altri che conosciamo e che abbia queste caratteristiche:
–dev’essere “frazionabile” in piccole parti così da poter essere scambiato anche con un solo uovo;
-dev’essere facilmente trasportabile;
-ma, soprattutto, dev’essere accettato da tutti in cambio dei prodotti della terra e del mare coltivati o raccolti.”
L’idea era geniale e il Consiglio l’approvò con entusiasmo. Ma in concreto cosa bisognava fare?
Dotto era uno studioso e la domanda lo lasciò al momento un po’ spiazzato.
Uno dei Consiglieri, di nome Soldolo, propose di fare degli anelli di terracotta con un foro al centro in modo da poterci far passare uno spago ed essere facilmente trasportabili.
“Bella idea! Bravo Soldolo!” esclamarono tutti e in tuo onere chiameremo questi anelli Soldi“.
Era nato il Denaro (o soldi o moneta).
Subito sorse un problema. Quanti denari si dovevano fabbricare?
Si aprì un gran dibattito. Porcolo e Muccolo sostenevano che si dovevano fabbricare tante monete quanto era il peso degli animali da scambiare. Più una cosa pesava più valeva. Subito insorsero Fruttolo e Verdurolo: “E no! Con questo sistema i nostri prodotti non valgono un bel niente perché pesano poco! Ma, caro Porcolo, con qualche noce e un po’ di miele stai in piedi tutto il giorno meglio che con una bistecca di un tuo maiale!”
Ne nacque un parapiglia. Chi sosteneva una cosa, chi un’altra. Una confusione terribile.
Quando gli animi si placarono tutti si rivolsero istintivamente a Dotto che aveva la tipica espressione di chi aveva già trovato la soluzione.
“Bene” disse “credo che l’obiezione di Fruttolo e Verdurolo sia corretta. Una cosa ha valore se può soddisfare i nostri bisogni. Quindi tanto più soddisfa i nostri bisogni tanto più vale. E poiché il nostro bisogno principale è quello di nutrirci propongo che il metro di misura per giudicare se un prodotto vale tanto o poco sia la sua capacità di fornirci il nutrimento quotidiano di cui abbiamo bisogno.”
Dotto si accorse subito che Tontolo e Brombolo avevano un’ espressione perplessa e così si espresse meglio.
“Ogni prodotto della terra o del mare ha certe proprietà nutritive che si chiamano calorie. Quindi se colleghiamo il Denaro alle calorie determiniamo il valore in soldi dei prodotti che coltiviamo, peschiamo o alleviamo. In altre parole: poche calorie – poco valore – poco denaro, tante calorie – tanto valore – tanto denaro”.
Tutti sembravano aver capito e ordinarono a Soldolo e ai mercanti di lavorare tutta la notte per fabbricare le monete da scambiare il giorno dopo al mercato.
Soldolo e i mercanti fecero un rapido calcolo di quanti prodotti venivano scambiati ogni giorno al mercato, quante calorie contenessero e quindi fabbricarono un numero di anelli (soldi) pari al numero di calorie che normalmente si scambiavano.
Non restava che attendere la prova dei fatti.
Il giorno dopo si aprì, come sempre, il mercato ma questa volta le cose si svolsero in modo diverso dal solito parapiglia.
Durante la mattina i produttori consegnarono i loro prodotti ai mercanti ricevendone in cambio una certa quantità di anelli (soldi o monete) pari alla quantità di calorie conferite. Fecero una pausa per mezzogiorno e al pomeriggio gli stessi produttori ritornarono dai mercanti con le loro monete per acquistare quello che volevano e di cui avevano bisogno.
Così chi aveva da scambiare dieci pesci tornò a casa la sera portando alla sua famiglia uova, verdura e frutta nella giusta quantità di cui aveva bisogno.
Riassumendo sia era passati da una Economia di sussistenza ad una Economia di scambio e quindi ad una Economia monetaria.
(Gracias, don Pablo de corazon verdadero)
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