Percorsi e discorsi contro la stupidità e il terrore
Si tratta sempre di itinerari, fisici e logici, a volte veloci e a volte lenti, a volte complessi e a volte semplicissimi, ma non per questo meno importanti, anzi. Talora la profondità va più d’accordo con la lentezza e con la ponderazione, che con la velocità furente della competizione per il successo o il potere: lentius, piuttosto che citius, come raccomandava il carissimo Alexander Langer.
In un mondo in cui la frettolosità, lo sguardo sfuggente, la semplificazione, la criptazione, l’acronimizzazione dei messaggi sta diffondendosi ovunque, darsi il tempo per dire le cose per esteso e con criterio, coniugando i verbi con il flusso del pensiero argomentante, oppure in folgoranti intuizioni; per camminare a passi lenti, auscultandosi interiormente (cf. Agostino), percependo il lavorio del nostro grande e complesso sistema cardio-circolatorio e polmonare, e ascoltando i suoni della natura tutt’intorno, è rigenerante fisicamente e risanante spiritualmente.
Aprendo “le nostre porte del sentire”.
Ho stamani questa esigenza, proprio dopo le tensioni dei giorni scorsi, e prima di inforcare la bici verso le nebbie mattutine di questa domenica di metà inverno. E mi aiuta il pensiero della persona sensibile che conobbi e ho sopra citato, pensiero tanto più utile oggi, di questi tempi disarticolati e confusi.
Con Alexander possiamo dialogare spiritualmente, visto che se n’è andato qualche tempo fa, e lui ci può aiutare a comprendere l’esigenza di… comprendere, senza pretendere di spiegare tutto. Filosoficamente, dialogicamente, ascoltando il pensiero dell’altro, se anche l’altro ascolta il nostro, esercitando la virtù di pazienza, senza deflettere un attimo dalla disponibilità, come insegnava il Maestro di Nazaret, con il suo pensiero spiazzante.
Oltre alle opzioni pratiche, quelle della politica e delle armi, pura applicazione del diritto di autodifesa dalle aggressioni, ammessa pacificamente tra le opzioni moralmente plausibili, vi è da lavorare sui percorsi e sui discorsi: sui percorsi, perché ogni individuo ne ha uno, magari sbagliato, e sui discorsi, poiché non vi è nulla di più umano.
I percorsi e i discorsi combattono alla radice la stupidità, che è da intendersi non tanto come deficienza cognitiva, ché molti “cattivi” sono molto intelligenti, ma come indisponibilità, appunto, a percorsi e discorsi da fare camminando insieme, oppure seduti attorno a un fuoco, d’inverno, ovvero davanti al mare o in cima a un’alta montagna.
Chi spara a chiunque è come chi semplifica, come chi arrogantemente arriva a conclusioni mentali e pratiche, senza aver prima per-corso tutto l’immenso itinerario, a volte in-finito del dis-corso (cf. P. Ricoeur e L. Pareyson).
Noi umani, scimmie nude auto-consapevoli, abbiamo bisogno di partire per un lungo viaggio, senza prefissarci una meta nel tempo, ma con uno stato del cuore.
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