Villa Ottelio Savorgnan sul fiume Stella ad Ariis di Rivignano

Il valore dell’uomo

ettore maiorana…è così vario, caro lettore di questa punta d’inverno.

Le notizie di oggi son come sempre varie, ma due m’hanno colpito, tra le tante, spesso tragiche o di varia e controversa natura.

Due notizie radicalmente contrastanti, ma ambedue in grado di dire il “valore” dell’uomo, certamente ànthropos e quindi autocosciente, declinato però in infiniti modi, dal più sublime al più abietto.

I due esempi non sono nell’area del superlativo, ma rappresentano due polarità di valore, in diversissimi ambiti.

Il primo esempio è negativo, ai limiti dello squallore: leggo che l’onorevole Giuliano Amato, sempiterno candidato presidenziale, sedere (nel senso di parte del corpo umano) capace di occupare successivamente un numero indefinito di ruoli e posizioni politico-istituzionali, beneficiario di un cumulo indescrivibile di pensioni, all’augusta età di settantanove anni, avrebbe affermato che “Mattarella è il miglior presidente possibile… dopo di me, però”. Aaah, splendido esempio di equilibrio tra auto-percezione e reputazione. Legga legga -se vuole- il mio post qui pubblicato in tema qualche dì or sono, onorevole!

Il secondo esempio è bello, che quasi mi commuove: finalmente, dopo oltre settanta anni pare si sian trovate le tracce del fisico Ettore Maiorana, scomparso alla fine degli anni ’30. Il professor Maiorana faceva parte del gruppo dei “ragazzi di via Panisperna”, con Enrico Fermi, Edoardo Amaldi, Franco Rasetti, Emilio Segrè e Bruno Pontecorvo. Avevano scoperto qualcosa di sconvolgente sull’energia nucleare e avevano scelte strade diverse che non sto a dire qui. Dico solo di Maiorana: pare vi siano documentazioni probanti che lo danno per presente dal 1955 al 1959 nella città di Valencia in Venezuela, e a Roma come clochard nel 1981, soccorso da monsignor Di Liegro della Caritas.

Maiorana aveva scelto di sparire, sconvolto dalla scoperta scientifica fatta. Scomparire, non cercare il Nobel o altre glorie.

Si era fatto “monaco” per umiltà e senso creaturale, lasciandosi perdere, al contrario del sopra nominato politico che, a quasi ottant’anni, non riesce a darsi pace del fatto che l’auto-percezione del suo valore non sia stata corrispondente al giudizio altrui, che gli ha preferito Mattarella.

Il valore dell’uomo è una nozione semplice e amplissima: semplice perché il principio di uguaglianza di valore antropologico si accompagna al principio personologico di irriducibile diversità e originalità di ogni vivente, senziente, cosciente.

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