Il saluto
forse almeno trentasei anni son passati da quando il comune amico Eddi ci presentò passeggiando per la piazza del Paesone.
Ero venuto da Rivignano per parlare con voi di comuni problemi amministrativi, allora mi occupavo della cultura per il mio Comune. Voi due abitavate nel Paesone. “Roberto, questo è Roberto, e lui è Renato”. Io ero appena entrato nel sindacato e studiavo, come sempre.
Non sapevo nulla di te, solo che eri il capogruppo socialista in Consiglio comunale, né che fossi un geologo, né che fossi insegnante.
Da allora infiniti incontri, e tu sempre quello calmo, che non si arrabbiava mai, a differenza di me che, specie da giovane, ero non poco collerico e fumantino. Tuttalpiù, se eri contrariato, manifestavi il tuo disappunto con un sorriso triste. A volte ti ritenevo troppo arrendevole, quasi incapace di combattere, ma non era mai così: sapevi aspettare il momento più opportuno, per far valere le tue idee.
Ci siamo sentiti e visti molte volte nel rapidissimo triennio delle medie di Bea, dove tu eri il Signor Preside. ti ricordi il ciclo di seminari che mi avevi chiesto di tenere ai tuoi insegnanti sull’antropologia delle giovani menti? Ci venivi anche tu, con i tuoi colleghi e alcuni genitori, seduto al banco come un alunno.
Sei sempre stato umile, e vero. Anche quando è più difficile esserlo, come nelle prolusioni ufficiali dell’Università della Terza Età, di cui sei stato Presidente fino a quando te ne sei andato.
Ho saputo che eri da un’altra parte, ormai, da un messaggino veloce sul cell. E ho pensato a tante cose, a come ti avevo visto affrontare il drago, sempre silenzioso e sorridente, con quel fondo di malinconia che ti caratterizzava. So che andavi per le golene del Tagliamento nei silenzi, a guardare la misteriosa natura che tu amavi e conoscevi.
Anche ora sei lì, in vista del grande fiume, dove ti abbiamo accompagnato in tanti. Peccato per alcune trombe tonitruanti che hanno voluto rompere un po’ troppo il silenzio della grande campagna dove vivevi e dove vivrai: l’omileta che confonde la scienza naturale con la filosofia, don “Prezzemolo”, che non manca mai alcuna occasione di presentarsi come indispensabile ingrediente, e basta, ché il tuo Sindaco ha detto le parole giuste.
Mane Deo, Roberto, nel tuo essenziale amèn. E che il Signôr a ti tegni dongje di lui, io soi sicûr.
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